Rassegna storica del Risorgimento
PILO ROSOLINO ; CORRAO GIOVANNI ; SICILIA
anno
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1917
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pagina
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811
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La spedizione di BoeaUno Pilo nei ricordi di Giovanni Corrao 811
-e il Corrao, non trattenuti né dalle furie del mare né dalle insidie di terra. La rivoluzione, fuggiti i timidi, che se n'erano fatti dirigenti, sarebbe senza dubbio soggiaciuta alla forza prevalente del governo, se non fossero accorsi a tempo il Pilo e il Gorrao : il che è dimostrato, non larghezza, nel ricordo che, genuinamente, in questo suo Sunto ne fece il Corrao, la cui vita fu tutta consacrala alla liberazione della patria. Combattente strenuo nel 1848 e nel 1849, in Palermo, in Messina e in Catania, nel 1852 era relegato in Ustica, da ove tentò la fuga. Assolto dalla Corte, la relegazione, per misure di polizia, gli fu mutata in carcere da scontare nella maggiore fortezza di Messina. Dopo alquanti mesi fu trasportato nelle prigioni di Palermo, donde chiese ed ottenne di esser lasciato libero e di recarsi fuori degli Stati napoletani. Nello agosto del 1856, il Corrao si recò a Marsiglia, e li, subito, riprese le energiche azioni del cospirare. Il Governo di Napoli, per notizie sospette d'imbarco, sbagliando il casato del Corrao, chiese ed ebbe da Palermo su luì alcuni schiarimenti, che sono registrati in un documento vergato dal Luogotenente generale il 10 marzo 1860. Vi si rettifica il casato, e si dice essere il ricercato Giovanni Gorrao del fu Giuseppe, da Palermo, di condizione costruttore di legni e, riferendosi al 185, dell'età di circa trentanni
U Gorrao dalla Francia corse poi in Italia e si legò strettamente cogli uomini, a' quali non era venuta meno ogni energia per preparare i moti, che dovevano dar compimento a quelli che, nel 1848, erano stati sopraffatti dalle discordie, dalle imperizie dei patrioti e dalla ferocia della reazione. Si strinse sopratutto intimamente con Rosa-lino Pilo, la cui anima era dominata dal pensiero della grandezza d* Italia. Il Pilo non mai venne meno alla sua ardente fede di repubblicano e rimase sempre fedelissimo nella devozione a Giuseppe Mazzini, al quale era molto diletto e che tanto dolorò quando seppe l'avvenuta morte di lui su' colli di San Martino. Il Pilo, dopo le battaglie combattute in terra lombarda, ardente dì libertà, come fiero oppositore alla politica moderata era stato carcerato ed espulso dagli Stati sardi e dal centro d'Italia, ed aveva dovuto soffrire, esule, in terra libera, quel che avrebbe sofferto nella terra natia soggetta al Borbone. Un giorno egli e il Corrao disegnarono di prò muovere e predisporre il movimento rivoluzionario in Sicilia, che doveva trovare il suo duce nel-r Eroe dei due mondi ; e dopo che il Pilo ebbe commosso Garibaldi con la viva voce e con lettere dolorose 'e calde di passione e di amor patrio, chiamandolo a soccorrere la desolata Sicilia, mossero entrambi i due amici, decisi e fiduciosi, alla volta dell' Isola diletta. Ma il Pilo, poi che ebbe preparato il lavoro e vinta la inerzia e i timori degli aspettanti, infondendo in essi la fede e l'ardore che