Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA (1849) ; ROMAGNA
anno <1950>   pagina <542>
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542 Libri e periodici
L. Benvenuti; ma per il suo carattere essenzialmente apologetico, ben poco essa giova alla conoscenza oggettiva del Firmati uomo e governatore. Ottimo pertanto l'intendi mento dell'autore di questo volumetto di porre in giusta luce l'opera del Ministro senza prevenzioni demolitrici o preconcetti incensori. Ma, pur riconoscendo la buona volontà dello Zanci e la sua indubbia diligenza, siam costretti, e a malincorpo, a dichiarare che il suo studiolo non porta punto all'argomento, che è di grande impor­tanza, quel saldo contributo che, sinceramente, avremmo desiderato.
La figura del Firmian (figura per molti lati discutibile) non riceve qui il necessario rilievo. Fu il Firmian uomo politico, di più o meno ampie vedute? E agì per impulso proprio, se non altro intenzionalmente, o non fu piuttosto, quasi sempre, cieco stru­mento nelle mani dello scaltro Kaunitz? E fu sempre, o quasi, in accordo perfetto con i novatori o si lasciò il più delle volte trascinare dagli eventi? A codeste domande non troviamo nell'opuscolo dello Zane! sempre adeguate e convincenti risposte. Di più non si poteva fare: ma è desunta la conclusione cui giunge l'A. da un accertamento sicuro dei fatti o non è la ripetizione di un luogo comune?
Benché afferrai lo Zanei di essersi attenuto scrupolosamente al vero, preoccu­pandosi sovrattutto di correggere le esagerazioni del Mazzetti, si ha l'impressione che ne calchi spesso le orme. Mi accontenterò di qualche esempio, che troppo spazio mi dovrebbe essere consentito per una esauriente disamina del lavoro.
Della riforma daziaria e dell'ammiriistrazione finanziaria dello Stato lo Zanei dà il merito principale al Firmiau soprattutto quale guida e coordinatore nella deli­cata operazione di transizione. Ma la realtà invero è ben diversa. La forma mista non fu punto una invenzione del Firmian: essa rispondeva all'originario progetto del 1751 del Pallavicini, che durante il governo della Lombardia aveva di già iniziate pratiche per l'unificazione e l'appalto delle principali regalie. E se nel 1765 fu possibile prorogare la ferma, ma con la cointeressenza di una terza parte degli utili alla Regia Camera e con l'intervento di commissioni miste per la determinazione delle tariffe, non va certo data lode al Firmian, che fu sempre invero alquanto restio a seguir vie nuove, bensì all'abate Giusti, referendario per gli Stati d'Italia, il quale da Vienna aveva diretta una campagna fervida in prò della riforma e aveva stimolato il Verri a promuoverla a Milano.
Anche del rinnovato sistema della monetazione gran'merito dà l'A. al Ministro di Lombardia, il quale, tra, l'altro, avrebbe incaricato il Verri perchè diligenti, pro­fondi, accurati studi venissero intrapresi per porre argine a un male ormai eccessiva­mente grave. Sta invece il fatto che il Firmian accolse sempre con grande freddezza gli scritti del Verri, anzi fu proprio dopo il fallimento dei suoi vari tentativi per scuo­ter l'apatia del Ministro che, punto nell'amor proprio, il Verri assegnò al Beccaria il tema sulla moneta. L'opuscolo scritto dal Beccaria sull'argomento Dei disordini e dei rimedi delle monete nello Stato di Milano nel 1762 fu l'origine della vasta pole­mica che servi a raccogliere attorno a Pietro Verri quell'accolta di studiosi che il volgo, per il loro spirito combattivo, denominò la Società dei Pugni.
Molte altre riserve dovrei fare sulle varie riforme attuate in Lombardia all'epoca del governo del Firmian, il quale, a detta dell'A., le avrebbe suggerite al Kaunitz. Non si può negare che qualcosa si è fatto; ma le riforme attuate furono, comunque, sempre subordinate agli interessi austriaci e molto spesso l'Austria andò contro natura e contro ragione (ad esempio, nell'importazione delle manifatture e nelle agevolazioni commer­ciali), perchè non poteva certamente posporre l'interesse della sua nazione agli interessi lombardi* Sul disagio della vita economica milanese sotto la dominazione austriaca molto giù è stato scritto, e con singoiar competenza, ma non è detto che l'ar­gomento sia del tutto esaurito.
Per un'indagine più sicura sull'opera e sulle iniziative del Firmian durante il suo governatorato lo Zanei avrebbe dovuto consultare ussai più opere che non appaiono nella bibliografia in appendice al suo lavoro. Così ha dimenticato, tra l'altro, (e son