Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA ROMANA (1849) ; ROMAGNA
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1950
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545
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Libri e periodici 545
Ma non appena si accorse di essersi del tntto ingannato sul conto del Tallien e del Frénon si mise a bruciare qnel che aveva adorato. La sua vera azione rivoluzionaria si inizia con il 3 brumaio: arrestato per il suo discorso sedizioso pronunciato al Club Elettorale in un opuscolo intitolato Los battus paient Vamende protestò in nome dei principi; e fece riapparire il Tribun du peuple per scagliarsi contro l'allarmante retrogradazione che stava avvenendo; contro i' avvilimento; la depravazione della morale; contro la prostituzione; contro tutti e i vizi e il putridume, che tornavano a mostrarsi del vecchio regime. Il numero 29 del giornale era tutto un'accusa terribile contro le Pompadour, le Dubarri, le Antoniette che stavan per rivivere e contro gli uomini di governo che decidevano ce del destino degli uomini sdraiati mollemente sulle piume e le rose, accanto alle principesse. Più volte imprigionato, non desistette dalla lotta, che da politita si trasformò a mano a mano in sociale. La sua predicazione, che acquistò buon numero di proseliti, riprese le tesi estremiste del. Robespierre: il Direttorio segreto da lui creato propugnava l'abolizione dei salari, l'istruzione impartita collettivamente, l'abolizione della proprietà, la comunanza dei beni. Il Mathiez afferma che il movimento del 12 germinale contro la cieca e incoerente politica finanziaria della Convenzione termidoriana si ispirò alle dottrine del Babeuf sul governo diretto. Il popolo affamato aveva ormai perduta ogni fiducia nelle istituzioni: voleva riprendere la sovranità che gli era stata tolta; ed era appunto codesto uno dei capisaldi della dottrina babuvista. La quale invero non va interamente attribuita al novello Caio Gracco: in una recente ottima pubblicazione Alessandro Calante Garrone (ed. De Silva, Torino, 1949) precisa quanto il Babeuf, uomo essenzialmente d'azione, debba al nostro Buonarroti, precursore, per molti lati, del comunismo scientifico dell'Ottocento.
Sull'impostazione .del lavoro del Mathiez ci sarebbe, a mio avviso almeno, da fare qualche riserva. Soprattutto è discutibile l'affermazione dell'A. che si debba la caduta del Robespierre ai suoi propositi di rivoluzione sociale. Già il Lefebvre e lo Schnerb han dimostrato che ben poca importanza dava il governo rivoluzionario ai decreti emanati o da emanarsi a favore degli indigenti o sul censimento dei beni dei sospetti: decreti che mancavano, tra l'altro, di precisazione giuridica. D'altra parte, i dissensi personali eran profondi tra i membri governativi, dissensi che si eran venuti acuendo (io penso) con l'istituzione del culto dell'Ente Supremo, cui era contrario il Comitato di Sicurezza Generale di tendenze esclusivamente ebertiste. Forse il Robespierre ebbe troppa fiducia in se stesso e sopravvalutò la forza degli avversari; in ciò è da ricercarsi una tra le cause delia sua caduta. E da ricordare, a proposito, il recente studio, per più ragioni, notevole, del Korngold Robespierre e il Quarto Stato (trad. it., Torino, Einaudi, 1947) che si è valso del cospicuo materiale elaborato in Francia da circa un centennio: in qualche punto fondamentale egli si scosta dalla concezione che ebbe del
Robespierre il Mathiez.
Comunque l'opera del Mathiez, ricca di felici intuizioni, ben informata (soprattutto le sommosse popolari son descritte con abbondanza di particolari e, spesso, con intensa drammaticità), solidamente costrutta, nella ormai copiosissima bibliografia sulla rivoluzione francese merita degnamente un posto di rilievo.
MASINO CIRAVEGNA
GIUSEPPE MAZZINI, Seteclèd writings, edited and arranged -with tua Introduction by N. GANGUI.EE; Londra, Lindsay Drummond, 1945, in 8, pp. 254. 10 s 6 p.
Mazzini, il suo pensiero* la sua Giovine Italia furono e sono guida e modello ai giovani Indiani in lotta per la loro indipendenza politica e morale. Questo apprendiamo leggendo la bella e ricca scelta dei suoi scritti che N. Gangulee, indiano egli stesso, ha raccolto quasi a incitamento e monito per i suoi compatrioti. Questo fine è, però, solo sottinteso: si tratta di un lavoro scientifico, corredato da una intelligente prefazione (ma perchè queDa Italia risvegliata dalla conquista francese?) dettata con amore e con