Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA ROMANA (1849) ; ROMAGNA
anno <1950>   pagina <546>
immagine non disponibile

546 Idbri e periodici
profonda conoscenza dell'azione e del pensiero dell'Apostolo, Il ohe è dimostrato dal­l'ordine logico secondo il quale son divisi gli scritti mazziniani: Note autobiografiche, Discorsi storici,Testamento politico, Programma politico. Idee sociali e economiche, Pa­norama religioso e morale. Critica letteraria; il che è confermato dall'abile collegamento delle fonti (scritti ed epistolario) dalle, quali il Gangulee ha tratto il suo materiale. Un'altra scelta ben fatta, dunque, che acquista valore speciale per lo spirito dal
quale è animata.
T'H.
ANTONIO MONTI, 121848 e le Cinque Giornate diMilano dotte memorie inedite dei combat­tenti suite barricate; Milano, Hoepli, 1948, in 16, pp. XVI-275. L. 800.
Al Monti non si pnò negare il merito di essere un infaticabile ricercatore di docu­menti inediti, e moltissimi egli ne ha resi pubblici nel corso della sua lunga attività di studioso. Ecco qui un nuovo volume tutto basato su un doppio ordine di nuovi docu­menti: le memorie presentate da superstiti delle Cinque Giornate alla Commissione perla concessione della medaglia commemorativa nel 1885 e i ricordi dei protagonisti registrati attraverso i verbali della commissione che nel 1883 fu chiamata a impiantare il Museo del Risorgimento di Milano. Come si vede, due fonti di prim'ordine che finora non erano state sfrattate.
Il Monti ne ricava risultati notevoli: innanzi tutto la dimostrazione sicura dell'esi­stenza a Milano, avanti il 18 marzo 1848, di un vero e proprio Comitato Segreto che acquistò fucili dalla Svizzera e preparò i moti: particolare importante, perché contri­buisce a provare che la realtà fu sempre, nel Risorgimento, meno fantastica e romantica di quel chela tradizione abbia voluto tramandarci: anche le Cinque Giornate di Milano, presunto esempio tipico di moto popolare spontaneo e improvviso, furono meticolosa­mente preparate nella clandestinità.
La fonte principale di questa notizia è la dichiarazione del Correnti, e da lui appren­diamo anche come nella preparazione dei moti il partito mazziniano sia stato molto più attivo e numeroso di quel che non si credesse fin qui: questo getta anche nuova luce nulla parte tenuta net corso successivo della rivoluzione milanese dal partito moderato, che compiè una specie di sovrapposizione della propria volontà di parte. I documenti avvalorano quindi la tesi ben nota del Cattaneo. E altro particolare importante apprendiamo che il proclama del 22 marzo, col quale il Governo Provvisorio rimandava esplicitamente a guerra vinta ogni decisione sulla forma di governo, fu firmato da Ga­brio Casati sotto la minaccia delle rivoltelle puntategli contro da Cesare Correnti e da Modesto Gavazzi: a tanto dovevano essere arrivati gli impegni personali presi dal po­destà di Milano col re Carlo Alberto 1
Pure interessante il documento che riguarda il famoso tentativo austriaco di armi­stizio del giorno 20: anche se tale documento non è come vorrebbe il Montivera­mente definitivo sull'argomento, è certo però che contribuisce fortemente ad accreditare la tosi che il maggiore croato Ettinghausen non fosse investito del potere di trattare dal maresciallo Radetzky. Sulla base di questo documento, tra il Monti e il Marchetti si è sviluppata una cortese polemica, al termine della quale direi che la questione per­mane tuttora controversa.
Notevole è quindi l'importanza dei documenti per la prima volta pubblicati o sfrattati dal Monti nella sua ricostruzione delle Cinque Giornate; non gli si chieda, però, più di questo: il volume non b altrettanto notevole come coscienza critica dei problemi storici relativi ai fatti studiati. Sì veda, ad esempio, il primo capitolo, e inoltre ovunque si parli dei rapporti ira moderati e mazziniani o radicali, o del tentativo del *48 in confronto alla soluzione del "59.
Un indice dei nomi avrebbe utili nenie completato questo che può essere conside­rato come uà buon lavoro di ricerche d'archivio. .