Rassegna storica del Risorgimento
1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
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1951
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Problemi dì politica ecclesiastica, ecc. 9
energiche ed era, come ministro dell'istruzione e come nomo profondamente liberale il più atto a svolgere una missione di tal natura,J) di recarsi subito dal Padre provinciale della Compagnia o dal suo sostituto e di significargli che l'interesse dello Stato e la sicurezza pubblica esigevano il loro allontanamento immediato e che venisse quindi disposta l'immediata partenza di tutti i religiosi e il passaggio dei loro collegi all'autorità universitaria.
Il marchese Alfieri, recatosi subito ad eseguire gli ordini sovrani, ritornò, mentre-ancora durava il Consiglio, a riferire che il padre Pellico aveva dichiarato di conformarsi all'ordine del re, non volendo che la Compagnia, col prolungare la dimora negli negli Stati Sardi, fosse causa di lotta sanguinosa. Desiderava però un ordine scritto e raccomandava al Re le persone che non avrebbero potuto partire sul momento, data l'impossibilità pratica della partenza simultanea di più di 400 religiosi.
Il marchese Alfieri aveva consigliato la massima prudenza e raccomandato che i padri non si facessero vedere in pubblico per evitare disordini.
Il Re approvò; fu ordinato ai Ministri degli Affari ecclesiastici e dell'Istruzione di scrivere ai Padri Gesuiti nel senso stabilito e il Ministro dell'Interno ordinò per iscritto all'Intendente generale di Polizia di dare la maggiore pubblicità al provvedimento preso.3) Sebbene non si riuscisse ad evitare la dimostrazione, che poi sia il Risorgimento sia la Concordia deplorarono come inutile, poiché già si erano presi provvedimenti legali, furono però.evitati disordini violenti e la folla si limitò ad assembrarsi sotto le finestre dei conventi e ad esprimere con clamori la sua avversione. Il giorno dopo il governo notificò all'Arcivescovo essere opportuno che i membri della Compagnia uscissero dal territorio dello Stato,3) dove le dimostrazioni popolari, avvenute anche a Novara, a Chieri e a Saluzzo, non permettevano loro più di rimanere nelle case né nelle parrocchie da loro amministrate.4) Il 4 marzo un avviso all'Economato generale regio apostolico annunciava di procedere alla presa di possesso di tutti
soppressione della Congregazione negli Stati sardi. Egli era del parere che il re mandasse sabito uno dei ministri al convento dei Gesuiti per prevenirli del pericolo che li minacciava ed invitarli a fare una dichiarazione immediata nel senso desiderato. Il cav. Des A nxbrois aggiunse che sarebbe stata opportuna una misura imperativa. Il conte di San Marzano espresse il parere che si dovesse farli partire immediatamente: si sarebbero potati dirigere verso lo Stato di Parma. Il conte Broglia riconobbe concordemente la gravità del pericolo e la necessità di una soluzione immediata e raccomandò si avesse cara di informar subito il pubblico dei provvedimenti presi a carico dei Gesuiti. Il marchese Alfieri fece presente la necessità di far loro abbandonare tutti i collegi che dirigevano e di far le cose con energia. Vedi D. ZANICHELLI, Carlo Alberto e i Gesuiti in Piemonte nel *48, in Studi giuridici, dedicati e offerti a F. Schupfer, voi. Ili, 1898, p. 152 e sgg., il quale pubblicò la parte del processo verbale della Conferenza, riferen-tesi ai Gesuiti; A. COLOMBO, op. cit., p. 138 e sgg.
l) In ZANICHELLI, etf., p. 157 sono messe in particolar rilievo le ragioni per cui la scelta del marchese Alfieri doveva considerarsi particolarmente significativa: Adempiuta dal Marchese Alfieri quella missione, essa acquistava un carattere ben diverso e più grave di quello che avrebbe avuto se fosse stata adempiuta da un altro Ministro; essa significava che il Re non sarebbe più tornato indietro, e che l'invito a partire ai RR. PP. non conteneva uè restrizioni, ne sottintesi, ma doveva considerarsi piuttosto come una forma cortese adottata per velare un decreto di espulsione.
*) A. COLOMBO, op. c p. 145.
*) CHIUSO, op. cfi. voi. Ili, p. 235 e sgg.
*) Boccio, op, c voi. Ili, p. 276 e sgg.