Rassegna storica del Risorgimento
1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
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1951
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10 Romolo Quazza
i boni gesuitici, in nome del R. Governo*l) Anche le Dame del Sacro Cuore, Ordine femminile corrispondente, furono il 9 marzo costrette a uscire dal loro monastero di Torino e a ritirarsi presso famiglie private. Del resto, contemporaneamente avveniva l'espulsione a furor di popolo in parecchie città dello Stato Pontificio.2)
Il Pareto, recatosi l'8 marzo, appena ricevuta la comunicazione dal proprio governo, ad informare il Cardinale Segretario di Stato, constatò che le misure adottate nel Regno sardo trovavano nel Governo pontificio la maggior comprensione.
Ben convinto il Cardinal Bofondi narrò il Pareto delle imperiose circostanze che indussero Sua Maestà ad adottare siffatta determinazione, mi assicurò, che ne riferirebbe tostamente a Sua Santità, e Le farebbe conoscere nel tempo stesso quanto gli accennai a riguardo del dispiacere provato dal Re nel dover ricorrere a tale misura. Dissemi infine che quanto erasi praticato contro dei. Gesuiti in Cagliari ed in Genova aveva parimenti avuto luogo uon ha guari ne* Stati pontificii; ove la condotta che vi si tenne a riguardo dei Fratelli della Dottrina Cristiana non fu motivata da altro se non dal credersi generalmente essere un'affiliazione del Gesuitismo. Questi riprovevoli fatti non essersi potuti impedire dal Governo, mancante della forza necessaria, e se i medesimi avessero a ripetersi, come purtroppo vi è a temere, in Roma, non aversi altra fiducia che nell'assistenza della Guardia civica. Del resto l'Emm0 Segretario di Stato si espresse meco in termini tali, da dimostrarmi assai apertamente, esser egli convinto che la condotta tenuta in questi ultimi tempi dalla Compagnia di Gesù fu la sola cagione dell'avversione, che a suo riguardo dimostrano le popolazioni.3)
Disordini furono evitati a stento in Roma, pochi giorni dopo, allorché per una deplorabile imprevidenza come riferi il Pareto un membro della Compagnia che predicava nella Chiesa del Gesù* facendo allusione allo stato presente delle cose disse parole che accrebbero viemaggiormentel'animosità che esiste contro de' Gesuiti. Il giorno dopo, 13 marzo, credendosi che vi fosse un'altra predica dello stesso oratore, accorse una vera moltitudine con intenzioni tufi.'altro che concilianti Ma l'incauto predicatore era stato sostituito da un collega, che si espresse con moderazione, così che l'eccitazione del pubblico potè essere sedata.4) L'episodio, sebbene si fossero evitati atti di violenza, era stato tuttavia sufficiente a segnalare la gravità del pericolo per l'ordine pubblico. Il motuproprio papale del 14 marzo, incitando alla calma, tradiva l'acutezza della tensione.
La prudenza suggeriva che la Compagaia deliberasse di sciogliersi: il Pareto segnalò al proprio governo un colloquio tra il Pontefice ed il Padre generale, durante il quale quest'ultimo avrebbe posta la condizione di avere l'ordine di scioglimento dall'autorità pontificia. Pareva però che fosse l'estremo tentativo di resistenza, al quale sarebbe seguita tosto la deliberazione di sciogliersi volontariamente. I Padri sarebbero partiti perla maggior parte alla volta degli Stati austriaci, mentre il Padre generale si sarebbe ritirato in un convento di altro Ordine. 5) Ma rincorati poco dopo da alcune
*) D. ZANICHELLI, op. eh., pp. 1,60-161.
2) Nel rapporto del 28 febbraio 1848, n. 304, D. Pareto ricorda alcuni fatti illegali, quali sarebbero quelli accaduti in Ancona, in Sirùgaglia... ed ultimamente in Fano, da dove assicurasi siano stati scacciati i Gesuiti . Conferma della notizia per Fano e Faenza è nel rapporto del 2 marzo, u. 305.
3) Rapporto Pareto, 8 marzo 1848, n. 311.
4) Rapporto Pareto, 13 marzo 1848, n. 315. ) Rapporto Pareto, 14 marzo 1848, n. 316.