Rassegna storica del Risorgimento
1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
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1951
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12
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12 Romolo Qua zza
di Cario Alberto aveva dimostrato il maggior rispetto per la massima canonica della inviolabilità dei beni ecclesiastici, per dedarre dal confronto una nuova ragione di meraviglia e di amarezza. U
Infine la nota affermava che le disposizioni emanate sconvolgevano addirittura 1 ordine naturale delle cose, in quanto ai religiosi, spogliati dei loro beni e banditi, si offriva solo una via di uscita: domandare la secolarizzazione per poter ottenere una temporanea pensione, e questo ancora limitatamente ai regnicoli. Si chiedevano quindi misure che rimediassero ad un atto, che la Santa Sede giudicava in assoluto contrasto con i sentimenti del piissimo Sovrano e della ce illustre nazione a lui soggetta.
Quale parte avesse avuto nella deliberazione e redazione della nota l'iniziativa personale di Pio IX, era cosa assai dubbia. Non sembrami improbabile commentava il Pareto che il Santo Padre, nell'avanzar proteste e rimostranze contro il decreto di cui si tratta, agisca piuttosto per condiscendenza alle istigazioni e ai ricorsi sportigli dalla stessa Compagnia di Gesù, che dietro il proprio convincimento, avvegnaché non ignora Egli al certo, e lo dimostrò col fatto, esservi assoluta incompatibilità, tra le istituzioni liberali ora adottate in tutta l'Italia e l'esistenza di quella corporazione religiosa .2)
Procrastinare il più possibile la risposta per non compromettere il contemporaneo negoziato sul foro ecclesiastico fu il suggerimento dato dal Pareto stesso al proprio governo.
Intanto a Torino il Ministero delle Finanze era intento a liquidare tutte le pendenze determinate dall'incameramento dei beni gesuitici. Fin dal 17 settembre 3) fu segnalato al Pareto che alcune somme rappresentanti il frutto di titoli del Consolidato romano erano state riscosse indebitamente prima che si presentasse a questo scopo l'incaricato dall'Economato Generale Apostolico, Pacifico Franccschetti. Quest'ultimo recatosi all'Amministrazione del Debito pubblico apprese che le annualità, di cui si trattava, erano già state riscosse dall'esattore incaricato dalla Commissione composta, di 4 cardinali e 2 prelati, creata da Sua Santità per gli affari tanto concernenti la Compagnia di Gesù quanto il Collegio germanico-ungarico di Roma. Il ministro sardo a Roma, Domenico Pareto, fu incaricato di chiarire le cose, domandare il rimborso e curare che l'errore non si ripetesse in avvenire. *) 1114 ottobre egli aveva presentata una nota in proposito al cardinal Soglia. Ritardando come al solito i Dicasteri Romani a riscontrare a quanto può concernere interessi pecuniarii ecclesiastici , ne consegnò
*) Un argomento recentissimo si ha di ciò scriveva nella nota il card. Soglia siccome è ben noto all'Eccellenza Vostra, dal ricorso che si ebbe alla Santa Sede in occasione di una misura ipotecaria, che in questi ultimi tempi rawisavasi opportuna dalla Maestà Sua sopra i beni del Sovrano Militare Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro ad alleviamento dei pubblici bisogni dello Stato. Nò in vero, come in altri religiosi rapporti, così in quello di Cui si tratta esser pò teano diversi i principi! e i sentimenti di un Sovrano erede della splendida Religione de* suoi eccelsi Antenati, i quali nelle varie occorrenze che si presentarono di qualche disposizione sopra i beni Ecclesiastici, ebbero il costume di rivolgersi alla Santa Sede per esserne autorizzati. Del che fanno fede diverse lettere Apostoliche emanate, previi i concerti colla li. Corte, o ad istanza di questa, tra le quali merita spedai menzione il Breve Pontificio del 14 maggio 1821 . Vedi copia della nota allegata al rapporto Pareto del 23 settembre 1848, n. 472.
2) Rapporto Pareto, 23 settembre 1848, n. 472.
3) Dispaccio n. 245.
<*) Dispaccio 13 novembre 1848, n. 272.