Rassegna storica del Risorgimento

1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
anno <1951>   pagina <26>
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26 Romolo Quazza
Perrone al Pareto " troverà pure qui annessa copia di dette istruzioni, dove ella vedrà non parlarsi affatto di Concordato sulla giurisdizione Ecclesiastica, perchè que­sto negoziato essendo già stato dalla di lei saviezza e penetrazione condotto così a buon punto, atei debb'essere riserbato l'onore di coronarlo coll'opportuno Concordato. Ninna ingerenza pertanto sarà per prendervi l'Abate Rosmini, il cui speciale incarico è ristretto ad ottenere con tutti i suoi sforzi il concorso del Governo Pontificio per il conseguimento dell'Indipendenza Italiana. Ella scorgerà dalle mie istruzioni che il medesimo debbe adoprarsi a veder modo di stringere la Lega politica italiana a termini del programma del nuovo Ministero di cui ho l'onore di far parte .
Le disposizioni date dal Perrone separavano così esplicitamente le trattative affidate al Rosmini da quelle di cui doveva essere negoziatore il Pareto. Tuttavia il -Ministro degli esteri espresse il desiderio che il Pareto fornisse tutte le indicazioni e tutti i K lumi all'inviato straordinario per il più sollecito e più felice conseguimento del fine proposto.l)
Ma se a Torino si riteneva opportuno distribuire così le parti*2) Domenico Pareto, giudicando con maggiore conoscenza dell'ambiente romano ed anche per riguardo all'illustre sacerdote, suggeriva di seguire una via diversa, a parer suo più efficace. Ricevuto il dispaccio ministeriale del 28 agosto, il rappresentante sordo presso la Santa Sede si preparò a riprendere sollecitamente le trattative intorno al Concor­dato; ma si affrettò ad ammonire il nuovo gabinetto piemontese che non conveniva farsi illusioni sulla facilità e rapidità dei negoziati. La promessa benevolenza del Santo Padre non doveva far pensare che si potesse ottenere sollecito e pieno consenso ai quattro articoli proposti dai giuristi torinesi.3) Se per le materie civili si poteva sperar di tacitare abbastanza agevolmente le non gravi obiezioni, le opposizioni sarebbero state forti e tenaci per le materie criminali. E il Pareto aggiungevo: <c A sormontarle io porto opinione poter essere sommamente giovevole la cooperazione dell'abate Rosmini, il quale versato in simili studi è certamente nel coso di poter opporre validi argomenti per combattere con successo le obiezioni della Santa Sede. In cosiffatta opinione mi conferma poi la favorevole circostanza essere quest'Ecclesiastico moltissimo apprezzato dal Santo Padre, ed atto quindi od esercitare sopra di Lui una tal quale influenza . A queste considerazioni il Ministro di Sardegna aggiungevo un'altra osservazione, dettata dalle leggi della delicatezza. Appena giunto a Roma, il Rosmini aveva comu­nicato al Pareto di essere incaricato tanto dal Re quanto dal cessato Ministero d'inta­volare negoziati per il Concordato . In seguito a questa comunicazione il Pareto gli aveva consegnati tutti gli atti concernenti quelle trattative. H ritirarglieli ora rilevava il rappresentante sardo sarebbe cosa che a buon diritto Io offenderebbe e potrebbe privarci di un aiuto che io reputo come necessarissimo pel buon risultato della nostra domanda . Dato che il sistema dal quale mai si diparte la Corte di Roma si è quello di opporre una forza d'inerzia in qualsiasi trattativa, maggiormente se
1) oc Sono persuaso scriveva nella stéssa lettera il Perrone del buon accordo che regnerà tra loro.
s) Un dispaccio del 2 settembre, n. 238, ribadisce lo stesso concetto.
) Il riscontro fattomi dall'Eni0 Segretario di Stato, cui accenna l'Eccellenza Vostra nel sudd0 di Lei dispaccio, se da un lato fa chìaramento vedere essere Sua Santità disposta ad aderire a qualche modìfieazione a riguardo dell'oggetto di cui trattasi, non può dall'altro darci rassicurazione che por parte della S. Sede si voglia intiera­mente annuire ai quattro articoli da noi proposti. Dal rapporto Pareto, 2 settembre 1848, n. 450.