Rassegna storica del Risorgimento
1847-1848 ; CHIESA ; SARDEGNA (REGNO DI) ; STATO PONTIFICIO
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1951
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37
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Problemi di politica ecclesiastica, ecc. 37
la nomina e si era mostrato assolatamente calmo.J) La rinunzia spontanea dell'A-porti diventava ora l'espediente diplomatico più. comodo per risolvere l'incresciosa faccenda. Infatti la nota di risposta, redatta dal card. Soglia il 3 ottobre, dopo avere affermato che la Santa Sede non intendeva ledere alcuno dei diritti riconosciuti al Sovrano, ma che ad essa spettava ed era anzi supremo dovereil giudizio sotto il punto di vista ecclesiastico, mentre il Principe non poteva giudicate- che sotto quello politico o civile, opponeva senz'altro la notizia che l'abate Aperti aveva fatto conoscere al Santo Padre il suo desiderio di non essere gravato di un tal peso al quale si giudicava impreparato. Sua Santità riteneva che PAporti l'avesse fatto sapere anche al Re. La Curia intendeva quindi che la rinunzia dell'abate escludesse qualsiasi ultc-rior trattativa a questo riguardo , mentre per la preconizzazione del canonico Renaldi la questione rimaneva ancora aperta ih attesa di altre informazioni, 2)
Ma il gabinetto piemontese non volle ancora darsi per vinto, e poiché dal PAporti pareva si potesse ottenere la ritrattazione di qualunque errore contenuto nel suo manoscritto, essendo egli disposto perfino a firmare a tal fine un foglio in bianco, 3) fu deciso che Pavv. prof. Domenico De Ferrari, consigliere di cassazione, si recasse a Roma come inviato straordinario a chiedere la convalida pontificia alla nomina regia, facendo valere presso la Santa Sede il diritto di nomina che al Re compete . *)
Il De Ferrari ritenne poter essere utile controbattere la campagna anti-apor-iiana svolta da una parte del clero genovese; e poiché al suo passàggio per Genova ne l'Intendente Generale né il Vicario Capitolare gli fecero trovare le attestazioni che erano etate loro richieste, egli cercò di supplirvi raccogliendo le firme dei Parroci poste sulle liste diramate dalla citta di Genova e fatte autenticare in Curia. Giunto a Roma la sera del 10 ottobre, fu dal Pareto presentato al Cardinale Segretario di Stato la mattina del 13. 5) Il Soglia evitò con cura di entrare nel vivo dell'argomento.
1) Piasi, op. ciu, p. 13, nota.
2) Rapporto Pareto, 4 ottobre 1848, n. 479. La cosa si delineava però favorevolmente, come accenna il Pareto nel rapporto del 18 ottobre 1848, n. 487. Il PIRRI, op. cif., p. 14, nota, cosi si esprime: Le prime informazioni sul Renaldi destavano inquietudini. Il nunzio riferiva che egli aveva attinte idee anticurialistichc all'università di Torino e militava tra gli aderenti del Gioberti (Rapporto 9 agosto 1848, n. 221). la seguito a nuove investigazioni, e particolarmente sulle referenze del vicario generale della curia di Torino, mons. Antonucci potè assicurare che il Renaldi era sacerdote di condotta intemerata, di tendenze liberali bensì, ma con moderazione, e non con quell'entusiasmo con cui una quantità di ecclesiastici le professavano. Aggiungeva che il Renaldi, come tanti altri ecclesiastici torinesi, aveva sottoscritta la famosa petizione per lf emancipazione degli ebrei, che conteneva proposizioni malsonanti ed ingiuriose alla Chiesa, ma era. dispostissimo a sconfessare quel documento (rapporto 1 ottobre).
3} Lo disse il Perrone al nunzio Antonucci; vedi Pirati, op. cit., pp. 1415, nota.
*) Vedi in GAMBA no, op. cit., p. 598 e sgg. il dispaccio (25 e 26 settembre 1848), eoi anale il Ministro degli Esteri sardo presenta al Pareto il De Ferrarli
s) a Questa mane ho presentato ìi Consigliere De Ferrari all*Emu>0 Segretario di Stato cui egli rimise la lettera di V. E. L'Eia** Sua evitò di entrare secolo! in particolari suIToggetto della sua missione e si limitò a dire che sottoporrebbe al Santo Padre la lettera direttagli e solleciterebbe nel tempo stesso un'udienza per il prof. De Ferrari,