Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <44>
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44 Angelo Tamborra
che, fedele alla direttiva di Mettermeli, continna a rimanere ferma sul principio della integrità e dello statu quo dell'Imperò ottomano e non può non opporsi alla ormai già delineata missione nazionale non solo serba ma più ampiamente slavo meridionale della Serbia, da dove si volge lo sguardo con spiriti di intima solidarietà di stirpe ai Croati, ai Confini militari, ai Serbi dì Ungheria, persino ai Bulgari con varie idee e soluzioni, dalla federalistica alla unitaria. Nazionalmente e diplomaticamente Serbi ed Italiani sono schierati, in questo momento, nello stesso campo. Cavour, ancor prima di avviare la sua politica serba, il 5 gennaio 1859 non prescriveva forse a Durando, a Costantinopoli, di protestare energicamente, affiancando l'iniziativa francese, contro l'intenzione austriaca di intervenire in Serbia nel caso di sollevazione? I)
E la solidarietà viene avvertita e trova modo di manifestarsi attraverso fatti ed episodi che a batterci sopra con le nocche danno un suono grave e fondo. Nel 1868, Miìos Milisavljevié, in un brutto voluminoso poema, uno di quelli di ben scarso valore estetico ma indice come pochi di un clima, di una temperie morale, di una volontà e di una tendenza collettiva, cantò La guerra della Sardegna per la liberazione d'Italia nell'anno 1859 2): circa nove anni prima, il 24 luglio 1859, Aca Popovic" Zub, caporale di uno dei reggimenti austriaci, forse dei Confini militari, annotava nel suo diario dei versi poi divenuti famosi:
Serbo, svegliati! La tomba di Dusan il Re ti chiama, le ossa del santo Lazzaro, perchè tu non sia schiavo.s)
- Queste due date ed episodi cui fanno di sfondo altri pure significativi dagli articoli dei giornali che seguivano da vicino le vicende della penisola italiana come quelli di Jakov Ignjatovic sul Srbski Dnevnik nel 1860 su Napoleone, Cavour e VItalia o sul Movimento siciliano e Garibaldi; alle offerte dei contadini dei dintorni di Pozarevac per un monumento a Cavour; a Garibaldi e Mazzini nominati membri d'onore, nel 1865, della Società per la letteratura serba ecc. M sono lì a sottolineare come in Serbia ci si sentisse partecipi della guerra regia come dell'avventura garibaldina, della lotta senza respiro di Cavour sul piano politico e diplomatico, come dell'azione sotterranea di Mazzini. È tutto lo sforzo dell'Italia verso l'unità e l'indipendenza che sta sotto gli occhi dei Serbi* E la Serbia avverte, intimamente, di dovere rappresentare nei Bal­cani, la parte del Piemonte slavo o balcanico cioè la leva più possente della nazio­nalità dava della Turchia, e questo Piemonte ha anche il suo piccolo Cavour nel sig. Ga-racbanin, uomo prudente e ad un tempo ardito, di molta intelligenza e di molto tatto politico, e non mancherà all'occasione un Garibaldi slavo. )
In verità una preparazione degli spiriti, lontana e recente, un intenso lavorio spirituale, anche religioso prima che politico, culturale e letterario prima che diplo­matico aveva maturato i tempi della rinascita nazionale serba. Per secoli la coscienza
]) A. S. M. E. (Archivio Storico de) Ministero degli Esteri) Copialettere n. 9, Legazione a Costantinopoli, 5 gennaio 1859.
21 HERMANN WJSNDELL: AUS dem Sud-slawUchen Risorgimento; Gotha, 1921, pag. 92.
3) Ibidem, pag. 77,.
*1 Ibidem-, pag, 92>
s) A. S. M. E Archivio Legazione a Belgrado, Carte Scovasse: Scovasso, console generale a Belgrado, a RicasoH, 15 aprile 1867.