Rassegna storica del Risorgimento
1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
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1951
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La politica serba del Regno di Sardegna: 1856-1861 47
mantenuti saldamente in mano dal Torco e verso di essi si svolge insistente l'influenza religiosa e politica della Russia; per questo, è detto significativamente nel Naéertanije l'influenza russa in Bulgaria deve essere per la Serbia un segno ed un avvertimento in quanto essa potrà contare sull'amicizia polìtica di questo popolo solo quando esso gli avrà, per primo, manifestato e prodigato la sua amicizia.
Sotto questo profilo generale era chiaro che la conclusione a cui si doveva giungere fosse una sola: ...l'Austria deve dunque essere il nemico costante dello Stato serbo. L'intesa e l'accordo con l'Austria sono utopie politiche, in quanto la Serbia si metterebbe da sola la corda al collo . Insieme, nel volgere lo sguardo alla Bulgaria si era ben consapevoli di dover rappresentare per i Bulgari una alternativa rispetto alla Russia. presto o tardi la Serbia, nel porsi su di un piano slavo meridionale, avrebbe visto riproporsi il problema di sottrarsi alla influenza russa, alla tutela zarista... Non rimaneva altro in definitiva che accostarsi all'Occidente, all'Europa perchè, una volta sottrattisi al dominio turco non si avesse a cadere o sotto l'influenza russa o sotto quella austriaca. E il nuovo stato serbo, sottolinea infatti il Nacerianìjc, darebbe all'Europa tutte le garanzie di capacità e di energia che gli permetterebbero di mantenersi in mezzo a delle Potenze rivali.
Questa era dunque la Serbia che si apprestava a presentarsi nell'agone internazionale quasi contemporaneamente allo sforzo unitario, diplomatico e militare, del Piemonte. Le condizioni dell'una e dell'altro erano diverse, diverso il grado di maturità storica e culturale, in una parola di civiltà fra il piccolo principato ad economia ancora si può dire pastorale, con una borghesia ancora debole e bambina, arretrato in tutto, ed il dinamico regno di Sardegna, dove la certa e indiscussa tradizione dinastica offriva una base di stabilità alle riforme e alle iniziative più ardite, in tutti i campi dalla cultura ai commerci, all'agricoltura, alle industrie, alla navigazione, alTamministrazione. Pure, lo sforzo nazionale e unitario non era molto dissimile. Soprattutto, comune ad entrambi era il nemico accampato per vari titoli e da èpoche diverse nelle due penisole: l'Austria.
Già nel 1848-49 questa coincidenza di posizioni e di interessi aveva preso corpo, consapevolmente, a Torino, attraverso la missione Cerniti a Belgrado e la politica diversiva danubiano-balcanica per la guerra contro l'Austria che a questi faceva capo, *) A partire dal 1859 però identici motivi di diversione, la necessità cioè di sollevare le popolazioni danubiano-baleaniche per colpire l'Austria da tergo a un certo momento scompaiono o quanto meno si disegnano in modo diverso, per fare posto nella mente di Cavour e della diplomazia sarda ad una ben precisa politica serba.
Vi sono infatti delle condizioni e possibilità nuove, ignote agli anni della sollevazione generale contro l'Austria nel 1848-49* Russia e Turchia erano state allora ben sollecite nell'invio a Belgrado di missioni straordinarie nell'intento di seguire1 meglio gli avvenimenti di Ungheria e fare pressioni perchè in Serbia si rimanesse tranquilli. Non i rimase però estranei agli avvenimenti. Numerosi volontari avevano tuttavia varcato il Danubio e combattuto in Ungheria. Il loro ritorno in patria aveva portato fermenti vitali e se anche per l'opposizione della Russia nessun risultato aveva ottenuto presso il Divano la richiesta di Alessandro Karagcorgcvic' di revisione della Costituzione nel senso di attenuare se non eliminare lo strapotere della oligarchia sedente in Senato, proprio per il fatto che la vittoria ababurgica sulle insurrezioni nazionali
i1) Cfr. anche 6. QJUAZZA, La politica danubiana e balcanica del Regno Sardo nella crisi del I84 in questa Ruucgno, 1949.