Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <49>
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La politica serba del Regno di Sardegna: 1856-1861 49
dalla Sublime Porta, ormai essa almeno giuridicamente se non interamente di fatto veniva sottratta alla duplice tutela della Russia e della stessa Turchia grazie alla garan­zia che le Potenze firmatarie si erano assunta per i diritti e le immunità consacrati dai vari Hatti-scerif imperiali. Ed ogni intervento sul suo territorio doveva essere determinato in seguito ad un accordo preliminare di tutte le Potenze. Era un passo innanzi, e sensibile e concreto, sulla via tracciata dal Nafertanije, là dove è detto che in politica estera la Serbia doveva porsi al livello delle altre potenze europee elabo­rando un piano d'azione per il proprio avvenire. Questo limite era ancora lontano, ma mia prima tappa era stata superata in seguito a fortunato concorso di circostanze intemazionali, con conseguente aumento di prestigio della Serbia in tutta la penisola balcanica.
Questa maggiore autonomia della Serbia, questo suo più disinvolto muoversi nella vasta arena internazionale, il sensibile e ormai deciso accostamento all'Occidente da dove cominciano a giungere i Pariljey i parigini, cioè quelli che hanno studiato nella capitale francese, doveva necessariamente essere sentita dalla Russia come una propria particolare sconfitta. Essa aveva seguito con attenzione e preoccupazione i movimenti di Garasanin e già alla vigilia della guerra di Crimea, al ritorno di questi da Parigi nel marzo del 1853, era riuscita ad ottenere da Alessandro Karageorgevié il suo esonero. Il Senato, nonostante che fosse decisamente russofilo, senti questo come un affronto, protestò per l'allontanamento del Garasanin e in un appello invitò il Principe a difen­dere i diritti del popolo serbo. Il Karageorgevié non potè a meno di formulare una risposta parimenti patriottica. La Russia di fatto dovette cedere e invano cercò di trascinare la Serbia nella guerra di Crimea. Ed ora che la pace di Parigi aveva mortifi­cato le posizioni russe in tutti i Balcani e soprattutto a Belgrado, notoriamente centro ufficiale di propaganda russa, religiosa e politica insieme, *) ora che sia dinastia che Senato per le nuove condizioni interne e internazionali del paese non erano più docili fantocci* era indispensabile sollecitare un cambiamento. L'ennesimo contrasto fra il Principe e l'oligarchia senatoriale ne offri l'occasione; e quando la Skupcina di Sant'An­drea che si riunì il 12 dicembre 1858 dopo che Russia e Francia avevano vinto le resi­stenze della Porta, dichiarò deposta la dinastia dei Karageorgevié, il 24 dicembre 1858. richiamando sul trono il vecchio Knez Milos Obrenovic, in esilio a Bucarest, parve a Pietroburgo di aver ripreso almeno in parte le proprie posizioni al centro del serbismo, nel cuore dei Balcani.
Le cose dovevano prospettarsi di fatto in maniera ben diversa. Il ritorno sul trono della vecchia dinastia che prima si era proposta una missione serba, si giun­cava agli occhi di tutti i serbi la ripresa di questa missione rivolta verso tutte le popo-
Principau-té conserverà son administration indépendante et natìonale aitisi qua la plein liberté de cuUe, de legislation, de commerce et de navigation.
Art. 29. he droit de garniaon de la Sublime Porte tei qtCil se trouve stipula par les règiamente anlSrìeurs est maintenu, Aucune intervention armée ne pourra avoir lieti en Servie sane un accora préalable entre les hautes puissances contraetantes.
1) Archivio di Propaganda Fide'. Scritture riferite nei Congressi, Bulgaria e Valacchia 1859-1864, Fr. A. Canova, cappuccino, vescovo di Croia, vicario apost. di Sofia e Filippopoli al card* Bernabò, pref. di Prop. Fide, 27 novembre 1859 (anche Curia General, dei Cappuccini, Arclnvum Generale Missionun?, Missio Filippopoli, 1 Documenta Officialia).
Sin dal 1853 il governo russo aveva infatti proposto che ! libri di chiesa di cui lo Zar faceva dono alle popolazioni cristiane di Bulgaria, Serbia, Bosnia e Austria, venis­sero stampati per [innanzi a Belgrado. Cfr. anche JEAN MOUSSE?, La Serbia cit.