Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <50>
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Angelo Tamborra
1 azioni slave dei Balcani. E il paese, dove la costituzione russa del 1838 aveva attri­buito un potere all'oligarchia senatoriale, era completamente trasformato, si era fatto le ossa sotto i Karageorgcvic* e cresciuto di statura nel campo internazionale. Non era possibile che si inquadrasse stabilmente come una delle pedine sul variopinto e multiforme scacchiere russo. Milos e dopo di luì il figlio Michele miravano alto, ben alto. di questa condizione della Serbia, di queste possibilità sue nuove e vaste, di questo suo inserirsi dinamico, ormai, nel vasto gioco internazionale si accorge fra le prime la diplomazia piemontese, Cavour, lo stesso Vittorio Emanuele sempre pronto a fiutare possibilità di interventi e coadiuvanti alla causa italiana. Nasce cosi, il 22 marzo 1859, la missione Astengo a Belgrado.
Intorno all'idea di questa missione si erano incontrati, contemporaneamente, Cavour da un lato, gli ungheresi Kossuth e Klapka dall'altro, convinti tutti della necessità che un agente consolare seguisse sul luogo gli avvenimenti in Serbia* Tazione del governo russo in tutto l'Oriente e preparasse le relazioni fra il governo serbo e l'emigrazione ungherese, in vista dell'azione diversiva sul tergo dell'Austria per la guerra imminente. ') E Cavour che in un primo momento aveva scélto Vincenzo Dario, come già ben ambientato nei Balcani per la sua esperienza nei Principati, si era poi fermato sulla persona di un suo segretario, il savonese Francesco Ferdinando Astengo. Questi infatti come prima cosa ai primi del marzo 1859 si reca a Parigi dove prende contatto con Klapka, riceve una doccia fredda circa la guerra dal gen. Niel, cui è presentato da una lettera di Lamarmora e trova incitamenti invece per l'azione da svolgere nei Balcani in vista della conflagrazione imminente da Gerolamo Napo­leone: questi mi incitò ad intendermi col generale Klapka per gli affari della Serbia, mi disse era necessario ch'io fossi accreditato nella qualità di console non solo a Belgrado ma eziandio a Jassy, a Bucarest e Galatz al fine di poter sorvegliare con veste ufficiale ogni cosa e proteggere e aiutare all'occasione i nostri amici. E infatti, sotto il nome di Giacomo Rossi di Alessandria, assunto per eludere le numerose spie inglesi e austriache, egli si trasferisce nello stesso albergo del generale ungherese col quale ha numerosi colloqui. 2) In sostanza, in vista della azione insurrezionale diversiva per la guerra imminente, da svolgersi sul Danubio, la funzione del console sardo a Belgrado doveva essere quella di appoggio e copertura degli agenti ungheresi e in particolare del fiduciario di Klapka e del Comitato ungherese a Belgrado, Ludwigh, di agevolare i movimenti dei volontari ungheresi e di altre nazionalità che dovevano affluire alle legioni in Tran-silvania; sorvegliare e far giungere prontamente a destinazione le armi che il governo francese aveva trasferito a quello di Sardegna perchè le facesse pervenire fin sui luoghi della insurrezione giudicata imminente.
II compito era indubbiamente delicato e non privo anche di pericoli, tenuto conto del precedenti del 1849, quando la fondazione del nuovo consolato a Belgrado fu contrastata dalle legazioni d'Austria e di Russia a Costantinopoli, le quali diedero una nota al Divano perchè negasse il Berat. Non riuscirono nell'intento... Pare che quelle legazioni o almeno l'austriaca preparassero ostacoli e pericoli al console (cav. Cerniti)
1) ASME, Copialèttere n. 82, Cavour a Durando, 4 febbraio 1859 e 18 febbraio 1859; L. KOSSUTH, Souvenir* et ferita de mon fall: Parigi, 1880, pag. 188 e segg.; A. Co-MANDINX, // Principe Gerolamo Napoleone nel Risorgimento Italiano, Roma, 1925, Cavour a Gcr. Naj., 7 febbraio 1859; Carteggio Cavour-Nigra: Bologna, 1932,
2) ASME, Busta 116, Missione Astengo, marzo 1859.