Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <55>
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La politica serba del Regno di Sardegna: 1856-1861 55
ben disposti e preparati... Le vittorie per le armi alleate furono festeggiate qui come se si fosse trattato di vittorie proprie. *) H massimo dell'entusiasmo si ebbe per la no­tizia della vittoria di Solferino: dinanzi al consolato, illuminato a festa per tre giorni e sul quale sventolava la bandiera nazionale, la musica militare e quella della città, inviato dal Principe, non cessarono un istante di eseguire concerti sotto le mie finestre e la casa .consolare rigurgitò tutto il giorno di gente che venivano a congratularsi col rappre­sentante sardo della vittoria delle armi alleate. Più di mille persone s'inscrissero alla mia porta, i gridi di viva VItalia, viva il Re Vittorio Emanuele, viva Cavour echeggiavano per tutta la città, non si sarebbe potuto fare di più se si fosse trattato di una vittoria ripor­tata dagli stessi Serbi.2)
Se il governo è rimasto inattivo, preoccupato com'è delle gravi responsabilità internazionali; se la dinastia tornata da poco sul trono è giustamente riluttante a lan­ciarsi nell'avventura quando del resto manca ogni e qualsiasi principio di azione con­creta di là dal Danubio e la diffidenza verso i magiari e il magiarismo non viene dimi­nuita dal fatto che a parlare siano ora elementi rivoluzionari come Kossuth o Klapka. tuttavia il legame sentimentale, la connessione ideale e pratica fra gli avvenimenti militari e politici che si svolgono nella pianura padana, e le sorti o quanto meno le pos­sibilità avvenire della Serbia, del popolo serbo sono sentiti in modo vivo, plastico, im­mediato. La notizia dell'armistizio e della pace di Villafranca, giunta a Belgrado, vi determinò una reazione concorde, una disillusione senza uguali. Sarebbe impossibile, riferisce Astengo a Cavour il 20 luglio, descrivere la sensazione che tale novella produsse in questo principato. A tutta prima nessuno volle prestarvi fede, considerandola come una invenzione dell'Austria; ma alla fine quando dispacci ufficiali vennero a confermarla un abbattimento generale succedette all'allegria prodotta dall'annunzio delle successive vittorie riportate dalle armi alleate e se le simpatie pel nostro paese si accrebbero moltissimo, consi­derandolo qui tutti come ingannato, esse diminuirono assai per la Francia, Quantunque gravissime ragioni debbano certamente aver determinato una pace cotanto inaspettata, pure nessuno qui vuol persuadersene, trovando inesplicabile tale fatto in mezzo a tali trionfi. 3)
È questa una situazione nuova, inattesa, giunta improvvisamente a interrompere piani di insurrezione, a frustrare speranze accarezzate un po' da tutti i Serbi. Deboli troppo ancora per prendere una iniziativa, entrare in una combinazione internazionale che dia ali e possibilità di attuazione alla loro missione nazionale serba o addirittura jugoslava, essi, come nel 1854 e 1855, attendevano, di essere trascinati o portati sulla cresta dell'onda, di entrare nel gioco di una fortunata successione di eventi. Ma le preoc­cupazioni di Napoleone III per un eccessivo ingrandimento della Sardegna avevano arrestato l'ondata proprio nel momento decisivo,.a Villafranca. Grande fu, per questo, la disillusione dei Serbi, dell'opinione pubblica del Principato che come sempre accade era corsa molto oltre sulle ali della fantasia. Ma non venne meno però, in conseguenza degli avvenimenti, la fondamentale posizione anta austriaca della Serbia, che aveva dato vita sin dall'inizio alla solidarietà con la Sardegna; essa, tiene ad assicurare in proposito Astengo, si dichiarò negli scorsi mesi talmente contraria ed ostile all'Austria che le sarebbe ora impossibile il retrocedere quando anche lo. volesse.4)
i) ASME, Busta 116, Astengo a Cavour, 23 giugno 1859; in sènso analogo il 15 luglio 1859 (Busta 250, Consolato di Belgrado).
2 ASME, Busta 250, Astengo a Cavour, 15 luglio 1859.
3) ASME, Busta 250 Consolato di Belgrado, Astengo a Cavour 20 luglio 1859.
*) Ibidem.