Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <56>
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56 Angelo Tamborra
Per questo Astengo, cessati i motivi puramente occasionali che avevano sull'inizio dato vita alla sua missione a Belgrado e con nelle orecchie certo ancora le frasi di Milos che esortavano la Sardegna a mantenere a Belgrado un consolato regolare che fosse tra­mite a durevoli relazioni fra i due paesi, è pronto a spostare sabito il proprio campo di attività e di interessamento, fermo restando l'obbiettivo fondamentale, la lotta contro l'Austria. Di concerto cól capitano Magnan che era giunto a Belgrado il giorno prima di illafranca col compito di occuparsi in modo specifico delle armi, cercò di trovar modo di nuocere all'Austria commercialmente se non ci era possibile di farlo con le armi e come prima cosa riuscì a persuadere il Principe Milos ad incoraggiare le inizia­tive di compagnie di navigazione a vapore estere per esercitare le linee di navigazione del Danubio inferiore, della Sava e della Morava. Si trattava in definitiva di togliere all'Austria il monopolio di fatto della navigazione danubiana, monopolio che costi­tuiva il maggiore ostacolo diciamo cosi tecnico ad una efficace azione danubiana del Piemonte, non solo dal punto di vista politico ma anche commerciale.
Lo stesso Astengo aveva avvertito del resto per esperienza diretta l'importanza decisiva del problema dal fatto che tutta la corrispondenza del consolato diretta a To­rino, se non seguiva la linea più. sicura ma più lunga di Costantinopoli, doveva essere affidata alla posta austriaca. E a ben poco valeva il mezzo innocente di scrivere col limone le frasi che dovevano rimanere assolutamente riservate.
Ed è ben chiaro, nella mente del giovane segretario cresciuto alla scuola di Cavour (il cui temporaneo ritiro gli fa mancare ogni istruzione), il compito particolare che spetta al consolato di Sua Maestà sarda a Belgrado: Lavorando senza interruzione, spero che si potrà riuscire a formare della Serbia un pericoloso nemico dell'Austria e far rivivere qui un altro Piemonte che incessantemente la inquieti e le crei imbarazzi.J)
In realtà, il ritiro di Cavour e l'interregno di Dabormida hanno segnato in certo modo un momento di sospensione e Torino raccomanda prudenza e circospezione, prescrivendo ad Astengo di limitare la propria attività alla protezione delle iniziative commerciali. Vous devez vous abstenir, gli viene prescritto il 14 agosto 1859, de toute participation aux mouvements de ce pays. Le but secret de votre mission est fini... Toute imprudence sera laissée sous votre responsabilité .2) È una fase, questa, di raccoglimento, che serve al rappresentante sardo per familiarizzarsi ancor più col paese, con i suoi problemi, con tutti i problemi dell'Europa centrale e balcanica, fuori da preoccupazioni di immediate necessità insurrezionali. Dopo quella del 1848-1849, la rinnovata esperienza di questi anni e tale da far muovere la diplomazia sarda con maggiore disinvoltura, con idee più chiare derivanti da conoscenze dirette dei pro­blemi, in tutto il settore danubiano-balcanico. E in questi anni risorgimentali, deci­sivi, che si forma e si consolida durevolmente una tradizione di rapporti con la vicina penisola. E questa tradizione e questi rapporti consentiranno domani al giovane regno di svolgere ormai una ma politica di là dall'Adriatico.
Intanto, il Piemonte, attraverso i suoi rappresentanti, non dimentica in Serbia, la sua posizione, morale e politica insieme, di potenza garante dello statuto internazio­nale del paese, riconosciutale dal trattato di Parigi. E questo lato formale comune alle altre potenze firmatarie e sostanziato da simpatie così generali e profonde, da con­senso e ammirazione unanime per l'opera di Vittorio Emanuele e di Cavour che il
1) Ibidem,
*) ASME, Busta 82, Dabormida ad Astengo, 14 agosto 1859; Busta 33, Dabor­mida ad Astengo, 24 agosto 185 ì.