Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <58>
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58 Angelo Tamborra
concludeva, in caso di rivolta generale contro il turco la vittoria era certa, come sicura era l'unificazione della razza serba. Questo non vuol significare tuttavia che, nel met­tere l'accento in primo luogo sul scrbismo come elemento determinante della coscienza nazionale serba, venisse posta a tacere o addirittura abbandonata la consapevolezza del comune legame di sangue e di destino storico fra tutti gli slavi del sud: a Novi Sad, la città che verrà considerata dalla reazione di Bach cornea il capo dell'idra dello jugoslavismo, la Sednica aveva preso a discutere il problema di creare ima lin­gua scritta comune a Bulgari, Serbi, Croati e Sloveni; a partire dal 1860, Emil akra con la sua Slovenka (La Slava) si sforzò di legare dei fili fra Serbi, Croati e Sloveni, mentre gli stessi rifugiati bulgari a Bucarest, attraverso il loro organo Jugoslavia, mostrano di muoversi sullo stesso piano dei serbi loro vicini; si giungerà, infine, al 1871 per veder pubblicata a Belgrado la Jugoslavenska Zvezda (La stella jugoslava) che sulla traccia della dottrina di Rollar sulla reciprocità slava si definirà espressa­mente organo della politica e reciprocità degli Slavi del sud. Perchè si avverte che al di là delle frontiere anguste del Principato, dalla parte della Bulgaria, della Albania o della Bosnia, vivono e soffrono sotto il turco uomini considerati fratelli, della stessa fede se non proprio tutti della stessa razza o della medesima lingua. Il benché minimo avvenimento ha ripercussione profonda nel popolo serbo, in tutti gli strati della popo­lazione, specie anzi i più infimi ed incolti. E sin da questo momento i Serbi del Princi­pato, usi a guardare soprattutto verso occidente, vedono possibilità di espansione dalla parte della Bosnia-Erzegovina; sono regioni, queste, ormai considerate mature per la liberazione, come hanno rivelato, passo passo, la sollevazione dei contadini della Bosnia nel 1858, la rivolta di Luka Vukalovic* in Erzegovina fra il 1860 e il 1861. (Cvxjc*, nel 1909, chiamerà la Bosnia il cuore stesso del popolo serbo), i)
Compito nazionale in senso jugoslavo, dobbiamo dire subito, tutt'altro che accolto o accettato come fatto pacifico e naturale dagli altri Slavi e in primo luogo dai Croati. Pochi anni più tardi, nella primavera del 1864 si farà eco di questo stato d'animo ostile alla Serbia e al serbismo un croato, Eugen Kvaternik, che fra il 1859 e il 1860 aveva preso contatto con l'ambiente di Cavour. 2) A proposito dello scritto Lettere sulla Croazia di un certo B. P., dove si afferma che la Croazia riconosce alla Serbia la nobile ed utile missione di riunire intorno a sé le sparse membra della nazione jugoslava 8) il Kvaternik si affretta a protestare sul Diritta di Torino contro questa chimera dello jugoslavismo, affermando esplicitamente: circa i sentimenti dei Croati su questa missione serba è d'uopo che noi protestiamo con tutta l'energia dell'animo nostro contro una supposizione perfettamente falsa, contraria alla nostra storia e che ferisce la nostra dignità e il nostro onore politico nazionale. *)
Come mostra del resto la stessa prudenza e circospezione con cui la dinastia si muove nel campo internazionale, è l'epoca questa in cui la Serbia entra risolutamente nella strada del realismo politico. Nel reagire contro il romanticismo liberale ed il colto pigro della vita contadina, la sua gioventù si sta dedicando allo studio delle Bcicnze esatte e all'osservazione della vita. s) Sensibile alle influenze della Russia rivoluzio-
1) Xn L'annexion de la Bornie; Parigi, 1909, pag 17.
2) Vedi il suo diario: Prvo progonstvo Eugena Kvaternita godine 1858-1860, pubblicato da CUEHUBIN SBGVIC; Zagabria, 1907, pag. 105 e segg.
3) Lettere sulla Croazia, di lì. P.; Torino, marzo 1864, pag. 67.
*) Il Diritto, Torino, 2 maggio 1864, anonimo ma senza dubbio di Kv. s) JEAXV MOUSSET, Le socialismo serbe à la craisie des ehemins: hakouninisme ou marxismo, in Revue des étudea sloves, 1947, pag. 105.