Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <59>
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La polìtica serba del. Regno di Sardegna: 1856-1861 59
naxta, del cosidelto sottosuolo, sempre meno fanno presa su di essa i motivi della propaganda ufficiale russa, salvi naturalmente i sempre validi richiami dell'ortodossia russa che giunge al serbiamo per il tramite efficiente del metropolita Mihailo e della Chiesa serba di San Sava. Il presidente del Senato ed il metropolita, riferisce Durio a Cavour il 28 luglio 1860, sono notissimi come appassionatissimi istrumenti della Russia. ') Debole è inoltre l'influsso della scuola slavofilia, quando invece la Cam­pana (Kolokol) dell'occidentalista Herzen trovava fra i Serbi molti lettori che saranno fra i primi, in Serbia, ad aprire la strada al socialismo piccolo borghese, di colore e di atteggiamenti diremo così centro europei. Vista panoramicamente, nella sua strut­tura e caratteri dovuti al procedere delle generazioni, la società serba scriverà Scovasso il 26 settembre 1861 *) è divisa in due classi per ragioni d'età; appar­tengono alla prima tutti coloro i quaH hanno preso parte alle ultime lotte per la sua indipendenza e questa classe che va diradandosi d'anno in anno è, salva qualche pic­cola eccezione, rozza e non parla ordinariamente che la lingua serba, conosce un poco la turca e capisce pia o meno hi greca. La seconda classe, cioè quella che fece la sua educazione dopo il 1830 è assai colta e parla comunemente il tedesco, il francese, oltre alle tre lingue sopra accennate. Appartengono a questa parte della società quasi tutti gli impiegati attuali del governo, ed il Principe stesso (Michele).
Quanto alla classe politica dirigente, essa si presenta divisa in due campi, cioè ministeriali e dell'opposizione, desiderano entrambi l'indipendenza e l'ingrandimento del loro paese, ma differiscono essenzialmente nei mezzi... e più dell'indipendenza e dell'ingrandimento del paese pare abbiano affezione ai portafogli e agli impieghi. Non pertanto i due partiti pretendonsi gli amici del Principe, ognuno contesta all'altro il diritto di erborare la bandiera e la lealtà a difenderla. E l'opposizione, se per capo apparente ha il Presidente del Senato. Stevea, uomo intrigante, vano e senza capacità , di fatto è diretta dal Metropolita Mihailo che nell'assumere le sue funzioni il 12 gen­naio 1859 si affrettava a sottolineare il definito orientamento della Chiesa serba, espo­nendo nella cattedrale di Belgrado i doni preziosi della Russia: croci, evangeliarii, icone ecc. tutte cose che stavano lì a testimoniare l'interesse dell'Impero ortodosso per la minore chiesa, ormai diretta da uno che aveva studiato ed era stato ordinato in Russia. Era, questi, il vero antagonista di Michele Obrenovic, col quale aveva in co­mune il carattere energico, ambizioso, autoritario, ed un certo quale idealismo, nebu­loso e impreciso. Ed entrambi guardavano fuori delle frontiere, avevano quel culto per l'estero comune alla nuova generazione serba; solo che Michele intendeva occi­dentalizzare il Principato mentre Mihailo tendeva a sottoporlo all'influenza spirituale della Russia, senza però accettare, beninteso, il regime russo di sostanziale cesaro­papismo, che avrebbe assoggettato la Chiesa all'autorità del Knez. A suo modo era un liberale allo rovescia, in quanto non intendeva che alla Chiesa serba venissero asse­gnate le frontiere dello Stato.a) Il Metropolita, viene sottolineato sempre da Sco­vasso, è un uomo fanatico che aggiunge al difetto e ai vantaggi di un fanatismo sin­cero la gioventù, l'istruzione, la dolcezza dei morii, e nel tempo stesso l'energia del fondo: ha il doppio peso della sua alta posizione e del suo personale valore. Altro esponente dell'opposizione, continua sempre Scovasso, è il bosniaco Marinovié, già ministro degli Esteri e senatore: uomo capace, intelligente, ma se fosse dotato di una intelligenza
i) ASME, Busta 250, Durio a Cavour, 28 luglio 1860.
2) ASME, Busta 225, Scovasso a Rìcasoli, 26 settembre 1861.
3.i J. MOUSSET, La Setole dtn pag. 205 nota 2, pag. 216 e segg.