Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <62>
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62 Angelo Tamborra
principio: sulla base di una protesta redatta dalla Skupcina di Sant'Andrea contro il beral imperiale che investiva Mi log della dignità di Kncz. il rappresentante serbo a Costantinopoli era stato incaricato di comunicare al Gran Visir che il principe Milo non si considerava eletto, al trono di Serbia, ma puramente e semplicemente reintegrato. Non era dunque necessaria alcuna nomina ed il beral si limitava, nella sua portata giu­rìdica, a conferire una semplice investitura, non altro. Ogni altra interpretazione sarebbe stata contraria alle prerogative di autonomia del paese, mentre, d'altro lato, il berat stesso era manchevole in un punto fondamentale che toccava vivamente il popolo serbo: non definiva il problema della successione al trono nella dinastia degli Obrenovic".
La risposta del ministro degli Esteri Fuad Pascià fu abile: si Limitò, col tipico atteggiamento dilatorio proprio della diplomazia turca, a dire a Milo?: chiedete alla Porta che la Serbia possa cambiare la propria costituzione, d'accordo naturalmente con le Potenze garanti. Una nota del 13 marzo 1859, rimessa alla Porta e ai rappresen­tanti di tutte le Potenze firmatarie del trattato di Parigi, riepilogava il punto di vista serbo in ordine ai rapporti con la Potenza cui spettava l'alta sovranità, ma la tensione internazionale ormai al suo acme e poi la guerra franco-sardo-austriaca misero in ombra l'iniziativa degli Obrenovic". Ma appena ristabilita la pace, essi cominciarono di nuovo a muoversi
U 28 dicembre 1859 il governo serbo, in risposta ad una precedente comunicazione della Porta, rimetteva al Gran Visir una nota in cui, riferiva Astengo nel trasmetterne il testo, la situazione di questo paese è dipinta troppo bene e a seconda della pura ve­rità perchè io creda dovermi diffondere in maggiori spiegazioni... .' ) In tale nota emerge, palese, il deciso compito nazionale che ormai si propone la dinastia, all'interno come verso l'esterno. Se compito del Principe ora al potere era anello di preservare in avvenire il paese des convulsions politiques auxquelles il avait été si souvent proie, veniva sottolineata la condotta provocante e spesso criminale dei musulmani residenti nel paese, la parzialità delle autorità turche e, per concludere sul punto interno, si de­nunziava Tincxécution ou la violation, de la part du gouvernement ottoman, des droits reconnus et garantis à la Principali té come cause principali che avevano deter­minato gli ultimi sommovimenti. Né era estranea a questa situazione di tensione e di disagio l'umiliazione fatta subire al paese dai commissari imperiali Ethem Pascià e Cabul Effendi, mentre le cause esterne venivano individuate nello spettacolo delle sof­ferenze inflitte ai cristiani delle provincie confinanti con la Serbia, con conseguenti accuse di tiédeur nel perorare la causa di questi oppressi, delle quali veniva gratifi­cato il governo dei Karageorgevid, ora caduto. In queste condizioni, prosegue la nota, agli occhi del popolo serbo la restaurazione dell'antica dinastia significava soltanto voir mia en exécution tous les droits qu'à la suite d'une luttc longue et sanglante il avait jadis obtenus par l'entremise du Princc MiloS : veder difesi questi diritti da ogni attentato; imporre al governo serbo a l'égard des refugiés politiques et des popula-tions souffrantes de la Tnrquie une politiquc legitimc autant que legale. Era, dunque, la rivendicazione, in pieno, della funzione nazionale della dinastia, dentro e fuori le frontiere del Principato. E alla Sublime Porta venivano rivolte le seguenti principali richieste conclusive:
a) l'eredità nella famiglia degli Obrenovic*} conferita con un berat speciale, do­veva invece divenire parte integrante di tutti gli ITattùccrif riguardanti i diritti politici
') ASME, Busta 250, Astengo a Cavour, 7 febbraio 1860 con allegato il testo della nota, che riporta a margine le annotazioni di Cavour.