Rassegna storica del Risorgimento
1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
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1951
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La politica serba del Regno di Sardegna: 1856-1861 65
visita la tristissimo impressione della inesplicabile privazione di ogni risorsa commerciale e industriale, l'aspetto di un cimitero di viventi... Né qui come nei paesi colti avrebbesi a paventare che la elettività desse vita ad aspre e sfrenate ambizioni atte a porre a repentaglio la pace interna. Mancano le capacità, e la lotta per la somma del potere verrebbe meno per difetto di combattenti. I concorrenti aU'Ospodarato abbondano in Moldavia e Valacchia per ragioni gentilizie di antico dominio e di cospicui possedimenti territoriali. Queste ragioni non sono applicabili alla Servio...
Quello che importa fermamente alla Servio è che la Sublime Porta accordi finalmente lo sgombero dei Turchi dal Paese e la indipendenza della amministrazione interna... Naturalmente, nota ancora, nel caso che la Porta accettasse le richieste formulate dalla deputazione (che è partita per il Bosforo il 29 marzo) sarebbe opportuno nell'interesse della Servia che fosse garantito alla medesima l'emanazione di un altro statuto organico compilato nel paese, perchè altrimenti il potere principesco cambierebbe natura e diventerebbe un potere irresponsabile ed assoluto... Questa precauzione non sarebbe al certo inutile atteso che il Principe Milosh ha molta difficoltà a piegarsi al disposto delle legge e per contro una tendenza notoriamente indomabile a sostituirvi la propria volontà. In conclusione, la delegazione si reca a Costantinopoli colla ferma volontà di non addivenire a transazioni con la Sublime Porta: tutto o niente, è la sua divisa. Un insuccesso farebbe ricadere il risentimento della popolazione sulla Porta; un successo darebbe al Principe la riconoscenza del popolo; biasimo e risentimento universale ricadrebbero invece sul Principe se annunziasse alla Servia un mezzo successo e una mezza disfatta. *)
Gli Obrenovic*, tuttavia, hanno fretta, vogliono creare situazioni di fatto da cui la Porta non possa tornare indietro senza andare contro, in modo deciso, alla volontà loro e del paese. La delegazione è appena partita per Costantinopoli che già la Gazzetta Ufficiale serba si affretta a dare a Michele l'appellativo di Principe ereditario, gesto si giudica da Durio, affatto illegale, in quanto tale carica non può essere eretta in diritto in Servia senza il concorso delle Potenze segnatane del trattato di Parigi. Ora, disconoscere in questo modo i limiti dei propri diritti e doveri offendendo la Potenza alto sovrana, pur avendo la coscienza della propria debolezza mal rispondente all'ardimento delle parole... è atto di puerilità o di demenza. E poiché il trattato di Parigi non garantisce solo i diritti, ma anche i doveri della Serbia verso la Sublime Porta, potrebbe avvenire che questa si rivolgesse alle Potenze segnatane e chiedesse venisse esteso anche alla Servia il protocollo di coercizione eventuale del 6 settembre 1859, in appendice alla convenzione dell'ordinamento politico della Moldo-Valacchia del 19 agosto 1858.2)
È un temperamento deciso, lungimirante, tutto compreso della dignità di rappresentare a Belgrado Re Vittorio Emanuele, questo console Durio, che ha dietro di sé larghe esperienze- balcanici] e. Ha appena messo piede a Belgrado che già, sin dal primo rapporto, invita il governo Bardo a preparare una sua politica per l'epoca ormai non lontana, in cui la morto del vecchio Milos aprirà a Michele la successione al trono. Ed è attivissimo e attento, pronto a sottolineare una differenza di trattamento fra sé e gli altri membri del corpo consolare che hanno avuto a disposizione dal governo serbo <t vaste e comode abitazioni con attinenze dirimesse, scuderie e giardini; protesta presso il Pascià di Belgrado, Osman e fa giungere le rimostranze sino a Costantinopoli,
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1) ASME, Busta 250, Durio a Cavour, 28 marzo 1860.
a) ASME, Busta 250, Dario a Cavour, 9 aprile 1860.