Rassegna storica del Risorgimento
1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
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1951
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68
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68 Angelo Tamborra
suo complesso di esperienze, vicine e lontane, segnavano in Ini, rispetto ai padre rimasto sempre un despota rozzo, di chiaro carattere balcanico * un netto distacco in senso liberale, moderno, in una parola europeo. Se ne ebbe subito l'impressione nel momento stesso della sua ascesa al trono quando il 19 novembre 1860, nel ricevere in pompa magna il berat dì investitura, tramite il Pascià della fortezza di Belgrado, in rappresentanza della Sublime Porta, tenne a sottolineare come questa avesse a òhe fare, ormai, con una dinastia dalla duplice tradizione (quella del vecchio Milos e poi del fratello Milan, a lui premorto e che pure era salito sul trono) e che egli stesso, pur senza mancare ai doveri di fedeltà e lealtà verso S. M. Imperiale avrebbe regnato però come principe geloso dei diritti e privilegi propri della sua nazione . I) Con le dovute forme era, in definitiva, un avviso, un primo ammonimento, a non doversi attendere affatto una supina acquiescenza, ma un indirizzo ben più. deciso sulla via dell'autonomia sempre più completa, poi dell'indipendenza. Si trattava di una questione dì tempo, del saper cogliere le occasioni favorevoli o sollevare i problemi al momento opportuno, senza dare un momento di tregua alla Turchia. E l'uomo è molto deciso nella volontà di liberare il paese da quella che egli e tutti i serbi considerano ormai come occupazione, il permanere dei Turchi lungo tutto l'arco di fortezze che da Semcndria e Fetislam, sul Danubio, scende a Sabac sulla Sava, oltre i punti interni di Sokol e Uzice, a non parlare della piazzaforte di Belgrado. Sono, queste fortézze, le difese: esterne dell'impero ottomano, nel settore più vulnerabile ed esposto e tengono saldamente in mano tutta la Serbia. Si comprende quindi come la presenza delle guarnigioni turche nelle fortezze e, di fatto, dei turchi stessi e delle loro famiglie nelle varie località fosse sentita dai Serbi come una umiliazione cocente, da sanare nel termine più breve. Ed il rafforzamento del proprio potere era considerato dagli Obrenovic come il mezzo migliore accanto all'appoggio da ricercare presso le Potenze garanti per resistere ai voleri del Pascià sedente nella cittadella di Belgrado.
Se il problema dell'ereditarietà nella linea degli Obrenovic era stato risolto, sia pure soltanto di fatto, col riconoscimento della successione a Michele terzo, nulla era stato fatto per la riforma di una costituzione che, come quella vigente del 1838. sanzionava l'esistenza di una'oligarchia senatoriale alle dipendenze dello straniero.
Varie e molteplici, nei motivi e nelle ispirazioni, le direttrici di azione attraverso cui si svolge la politica decisa di affrancamento progressivo del paese, inaugurata da Michele Obrenovic' dal momento della sua ascesa al trono. Se da un lato viene affrontata la discussione diretta con la Sublime Porta, alla quale vengono poste precise richieste, del resto già formulate in. precedenza, dall'altro si ricerca e in parte si ottiene l'appoggio di alcune fra le Potenze garanti, che sono larghe di consigli e di appoggi, in sede diplomatica, nel centro delle discussioni e delle trattative, Costantinopoli; soprattutto fattore concomitante di primaria importanza si vogliono creare le premesse interne, di organizzazione e consolidamento dello stato, in tutti i campi, da quello amministrativo a quello militare e tributario, perchè esso possa reggere il nuovo sforzo internazionale; nò si spinge lo sguardo solo entro i limiti angusti del Principato, ma di là da questi si ricerca l'appoggio ed il consenso di tutti i serbi d'oltre Danubio, si guarda a tutto il serbiamo, di cui Belgrado e non da ora sente di essere ormai il centro di gravità Ideale e pratico; ed oltre ai serbi esistono, sono presenti
*) ASME, Busta 250, Dario a Cavour, 19 novembre 1860. In senso analogo, A. UBICWI, La Principauté de Sorbi? et le par serba in Revue dos deux mondo* > 15 maggio 1864.