Rassegna storica del Risorgimento
1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
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1951
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La politica serba del Regno di Sardegna: 1856-1861 69
ed operanti nei calcoli delTObrenovic' anche gli altri Cristiani dei Balcani, di cui prende le difese dinanzi alla Porta, tatti gli slavi balcanici cui, con vari motivi dall'unitari0 al federalista si rivolge il richiamo di Belgrado. Trattative con la Porta, appoggio delle Potenze, decisivi provvedimenti interni, pressione compatta del serbismo ed anche di tutta la cristianità Balcanica, tutto confluisce nella visione unitaria di Michele III che ha arricchito i mai smentiti motivi die missione nazionale degli Obre-novid con il concreto programma del Nacertanije di Garasanin. Ed i centri o luoghi di questa azione sono vari, molteplici: Costantinopoli e Belgrado, Parigi e Pietroburgo e Londra e Torino; ma anche e, dal punto di vista nazionale serbo, soprattutto Pest e Vienna, Karlovaé e Novi Sad.
Vediamo dunque questa azione, questo contemporaneo toccare corde diverse che alla fine danno un unico suono, ima armonia unica. Essa è veramente notevole, rivela ambizioni molto vaste e fa onore ad un uomo come Michele che, senza avere grandi doti intellettuali, mostrava tuttavia di essere un politico fine e lungimirante, con ben chiara in mente l'idea di quello che doveva essere la Serbia nella società balcanica ed europea di domani.
Gli uomini che possano affrontare le varie situazioni internazionali sono pochi, pochissimi in pratica di statura elevata, di respiro veramente europeo, vi è il solo Garasanin e devono essere spostati da un compito all'altro, da una incombenza all'altra, man mano che se ne presenta l'opportunità. E la prima situazione cui far fronte all'indomani stesso della ascesa al trono è quella che si profila nella Monarchia danubiana, dove la sconfitta del 1859 ha aperto la strada ad una crisi profonda da cui la compagine plurinazionale dell'Impero stenta ad uscire. I Magiari che sono poi quelli che con-ducono con maggiore energia la lotta per l'autonomia scontenti della Costituzione o Diploma dell'autunno 1860, il 26 febbraio 1861 riescono ad ottenere la cosidetta Patente che attribuiva ad ogni nazionalità una certa quale autonomia, sia pure ancora affatto embrionale e limitata. Era, questo, il momento di agire anche peri Serbi, dentro e fuori la cornice absburgica. E Michele non si lascia sfuggire l'occasione. Nella primavera del 1861 si affrettò a spedire Bija Garasanin insieme a Giovanni Rislic per un ampio giro a Vienna e a Pest, a Karlovaé ed a Novi Sad i centri maggiori del serbismo col compito dia conciliare gli interessi dei Serbi con quelli degli Ungheresi, per distaccare quelli dall'Austria. In realtà, notò più tardi Scovasso, io dubito assai che si tentasse di staccare i Serbi dall'Austria per unirli realmente all'Ungheria; penso invece che ciò si volesse fare per annetterli al Principato scrinano. Ed eccone le ragioni:
1) In Carlount ed in altri punii di quel paese ebbero luogo in quel tempo dei
banchetti ove in presenza del generale- Philipovitcli, commissario imperiale al congresso di Carloioiiz... i fecero dei toast entusiasti per V annessione dei paesi serbi deW'Austria al principato serbo, eh*essi, gli oratori, appellavano net loro entusiasmo il Piemonte slavo
2) il principe Michele ha un1 immensa ambizione e questa è divisa dai suoi serbi i quali aspirano non solo al possesso della- Voivodìna, di parte del Banato e di tutti i paesi delVhnpero austriaco abitati da serbi, ma altresì della Croazia, del Montenegro, della Simonia, della Dalmazia, della Erzegovina, della Boemia, di Novi Bazar etc. perchè si credono i predestinati a formare l'Impero sud-slavo.
In queste condizioni, conclude acutamente Scovasso, se il Principe Michele non avesse svolto una sua azione in questo Benso i serbi di Ungheria come avrebbero potuto andar tan t'olire nelle loro aspirazioni di nazionalità, sino a desiderare una unione cosi difficile per non dire impossibile, almeno per molti anni ancora ? E, insieme,