Rassegna storica del Risorgimento

1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno <1951>   pagina <71>
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La politica serba del Regno di Sardegna: 1856-1861 71
alla sua sensibilità politica; come cosa unica richiese alla Porta che venissero fatti partire dalla Serbia tutti i turchi che abitavano fuori delle fortezze e che, per la loro presenza davano luogo a continui incidenti con conseguenti complicazioni fra il governo di Belgrado e la Sublime Porta.
Nel frattempo aveva fatto ritorno a Belgrado uno degli esponenti dell'opposizione, il Marinovic che era stato incaricato da Michele di fare il giro delle capitali delle Po­tenze garanti per comunicare, ufficialmente, l'avvento al trono del Principe Michele, ma soprattutto per ricordare in certo modo ad esse quanta responsabilità avessero as­sunto nei confronti del popolo serbo. In particolare erano stati chiesti consigli sul miglior modo per superare gli scogli di una costituzione ormai inadeguata ai tempi e che troppo faceva dipendere dal beneplacito della Porta gli indirizzi fondamentali della vita del paese. Tutte le potenze garanti, ed in particolare la Russia la più interes­sata alle vicende serbe e che aveva in Serbia quello che secondo la terminologia del­l'epoca veniva denominato come partito russo, con a capo il metropolita di Belgrado furono pronte a suggerire che non si dovesse prendere di petto il problema come si era fatto un anno prima, suscitando l'opposizione tenace anche se subdola della Porta, ma risolverlo in linea di fatto attraverso leggi opportune che impostassero su basi nuove tutta la vita dello stato serbo. Fare, dunque, della sostanza, salvando le apparenze: questo il consiglio che giunse a Michele dalle Potenze occidentali. Ed egli non se lo fece dire due volte. Il 18 agosto 1861 convocò a Kraguievac la Skupcina nazionale aDa quale propose leggi tali che dovranno cambiare nella sua sostanza il reggimento politico ed amministrativo dello Stato... *): le leggi sulla Skupcina, quella che attri­buiva alla Serbia i poteri di concludere convenzioni con l'estero; quella sulla organiz­zazione dell'esercito attraverso la creazione di una guardia nazionale mobilitabile; la legge, importantissima, sull'imposta sui beni immobili che avrebbe assicurato allo stato una salda base finanziaria e, infine, la sanzione .del diritto di eredità principesca nella dinastia degli Obrenovic*.
Le richieste presentate da GaraSanin a Costantinopoli e, all'interno, le leggi votate per acclamazione dalla Skupcina sollevarono la più viva opposizione nella Porta che vedeva bene l'obbiettivo ultimo a cui mirava il Principe Michele la completa indi­pendenza della Serbia e non poteva approvare passi cosi concreti e decisivi fatti su questa strada esiziale per tutto l'Impero. Il 7 ottobre GaraSanin lasciò Costanti­nopoli per Belgrado e l'oggetto della sua missione, senza essere .completamente fru­strato, non fu interamente raggiunto e rimangono pendenti delle questioni che possono dar campo a prossime contese, tanto più che l'ultima nota rimessa da GaraSanin alla Porta prima di partire reca alcuni passaggi di stile per lo meno insolito fra vassallo e signore, il che lascia intravedere intenzioni poco rassicuranti. La Serbia avrà fra quattro mesi cinquantamila guardie nazionali mobilizzabili e non può prevedersi ciò che farebbero quelle popolazioni nel caso in cui l'armata di Omer Pascià che stringe il Montenegro, avesse qualche rovescio. 2)
L'unica giustificazione che la Serbia dà alla Porta per questa serie di atti è che il Principe nell'ultimo suo viaggio nell'interno del paese si è assicurato che quelle popolazioni ne rimasero soddisfatte si che, dal tono generale della nota di Michele alla Porta il ministro d'Ita Un a Costantinopoli, Marcello Cerniti, trae l'impressione che
1) ASME, Busta 225, Scovasso a Ricamili, 6 settembre 1861.
2) ASME, Serie mista, busta 173, Cerniti, Ministro a Costantinopoli, a Rieasoli, 9 ottobre 1861.