Rassegna storica del Risorgimento
1856-1861 ; SARDEGNA (REGNO DI) ; SERBIA
anno
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1951
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pagina
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72
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Angelo Tamborra
U governo serbo intenda riserbarsi per un'epoca non lontana un pretesto di rottura col governo ottomano; ') questo soprattutto perchè si chiede in modo deciso l'allontanamento delle troppe turche dalla frontiera con la Serbia, mentre la ricerca di armi si è fatta in Michele addirittura affannosa: erli ha avuto da una ditta della Sassonia 20 mila fucili rigati (questa ne offre altri 60 mila, e Scovasse pensa sempre alla possibilità di creare un deposito in qualsiasi punto della Serbia, nella eventualità di una azione armata contro l'Austria)2); chiede a Scovasso che da parte italiana si appoggino i passi dell'ambasciatore francese a Costantinopoli per l'acquisto in Francia di 30 mila focili a pietra; lo stesso ministro degli Esteri richiede all'Italia abili armaioli e avanza ufficiale richiesta perchè alla Serbia vengano cedute armi esuberanti ai fabbisogni italiani; ed ai primi di dicembre parte da Belgrado per acquistare armi in Italia, con una lettera di presentazione di Scovasso per Isacco Artom, quell'Emanuele Jòkié che era stato inviato a Torino nel 1848-49 come rappresentante ufficioso della Serbia. 3) La situazione è vista con notevole preoccupazione a Torino dove si prevedono possibili complicazioni e Ricasoli ritiene che la Porta abbia grande interesse a creare un ordine stabile nelle provinci e sue vassalle, mentre d'altro lato pensa essere vitale interesse della Serbia come de' Principati danubiani di non esporre con esagerate pretese a precoci cimenti le vantaggiose condizioni già ottenute ed i miglioramenti che il tempo non potrà a meno di recarvi. Circa in modo specifico le richieste serbe e le riforme adottate, se si ritiene giustificata la riforma del Senato, vera oligarchia d'impaccio al Principe di niun aiuto agli interessi popolari, occorreva però il consenso della Porta né gli sembrano fondate le pretese di stipulare trattati; sulle milizie nazionali, ritiene invece di poter appoggiare le richieste del Principe (o meglio la sua iniziativa) ma in limiti ragionevoli e tali da non sollevare suscettività e timori alla Porta . Infine, a proposito della successione ereditaria negli Obrenovid egli pensa che si possa consigliare' alla Porta di soddisfare ai voti del Principe e del Paese. E se è infondata in linea di diritto la pretesa della Serbia di veder allontanate dai propri confini le truppe turche, tuttavia l'agitazione degli animi è tale da suggerire un certo allontanamento. In definitiva egli prescrive l'adozione di una linea mediana, di una politica di conciliazione *) fra Turchi e Serbi. E su questo tono smorzato, che è poi quello di un paese che non è più la Sardegna in lotta per l'unità della Penisola e che si getta un po' allo sbaraglio, ma il Regno d'Italia con grossi problemi di assestamento interno e cospicue responsabilità internazionali, si chiude in pratica, sul finire del 1861, la politica serba del Regno sardo, dopo aver passato momenti di particolare vivacità e iniziativa. Da essa prenderà la strada, come da una esperienza ed una tradizione ben valida, la successiva
politica del Regno d'Italia.
ANGELO TAMBORRA
>) ASME, Serie Mista, buBta 173, Cerniti a Ricasoli, 23 ottobre 1861. 3) ASME, Busta 225, Scovasso a Ricasoli, 14 dicembro 1861. *) ASME, Busta 225, Scovasso a Ricasoli, 13 ottobre 1861. *) ASME Copialettere n. 9 Costantinopoli 1861, Ricasoli a Cerniti, 12 dicembre 186L