Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D' ; BALBO CESARE
anno <1951>   pagina <74>
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George A. Carbone
svelò la corruzione, l'incapacità ed il dispotismo dei vicini Governi reazionari e fu pubblicato il celebre volumetto Degli ultimi casi di Romagna.
Certo* si capisce, con queste pubblicazioni l'Azeglio fu considerato persona non grata al Governo pontificio gregoriano e gli fu proibita la permanenza negU Stati papali. Solo parecchi mesi dopo le prime riforme di Pio DC all'Azeglio fu concesso il permesso di entrare a Roma, cioè per il decreto dell'8 febbraio 1847.
Le riforme di Pio IX crearono condizioni favorevoli alle proposte di costituzioni, federazione nazionale, libertà di stampa e di persona; si può dire che il vento soffiava riforme, indipendenza, italianità. A Roma l'Azeglio si trovava in un milieu promet­tente per il programma dei moderati, e a Roma egli si affrettava a creare una società ch'egli sperava estendere a tutta l'Italia, società il cui programma è nello stesso suo nome, Concordia, con lo scopo di promuovere il progresso della nazione mercè la le­galità, la moderazione e l'evoluzione invece di usare la tecnica rivoluzionaria per la conquista della libertà. Per abilità, personalità, e convinzione egli assunse ben presto la veste di leader del liberalismo moderato italiano.
fu in questi giorni dell'estate del 1847 che 1*Azeglio pubblicò la sua famosa Proposta di un programma per l'opinione nazionale, che fu ben accolta anche da Pio IX, il quale ne permise la diffusione nei suoi Stati.
Contemporaneamente alla pubblicazione della Proposta accadde l'occupazione di Ferrara da parte degli Austriaci, quella follia della politica di Mettermeli che ebbe un riverbero fatale per l'Austria in tutta la penisola. E in questi giorni in cui l'opi­nione nazionale italiana si cristallizzava contro l'intervento e il dominio straniero troviamo la prima lettera di questo plico scritta da Massimo d'Azeglio al suo collega nel pensiero politico ed amicissimo, Cesare Balbo. Si deve ben notare, però, che l'Azeglio non pensava già alla pubblicazione di queste lettere e perciò scrisse con una certa larghezza riservata per gli intimi. Inoltre, vi si trovano errori d'ortografia e costruzioni, grammaticali non affatto comuni, ma si scusano in base alle condizioni in cui furono scritte. *) Ogni controllo possibile è stato fatto per rendere la copia delle lettere esatta e fedéle all'originale.2)
R.a. 19 Agi. 47 {Roma, 19 agosto 1847] Caro Cesare:
Le cose vanno innanzi bene e credo che tutto quest'affare avrà un buon effetto alla fimi. Ti mando la protesta fatta per V'occupazione definitiva di Ferrara, eseguita violente­mente, nelVora e nella forma che doveva inevitabilmente produrre una reazione per parte del popolo, la ijual cosa però per bontà della Provvidenza, e saviezza dei Ferraresi non è
]) Nel 1864 quando fu chiesto all'Azeglio il permesso di pubblicare alcune sue lettere egli rispose*... Io non vedo nesBun'altra obbiezione a questa stampa se non una sola. Io scrivo per farmi intendere buttando là alla buona le mie idee, espresse con quelle parole che mi pajono piti proprie e più chiare; ma son ben lontano di sup­pone modelli di stile epistolare .... Citato in ALBERTO M. OinsAtUEtm, Un episto­lario di raccoglier {con lettere di Massimo d'Azeglio), in Rassegna Storica del Risorgi­mento, Anno XXX, Fase. IH (Maggio-Giugno 1943), p. 389.
*J Ringrazio il gentilissimo professor Alberto M. Ghisnlberti e la dott. Emilia Morelli dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano per alcuni schiarimenti, identificazioni, ecc., attorno problemi e personalità accennati dall'Azeglio in queste lettere.