Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D' ; BALBO CESARE
anno <1951>   pagina <79>
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Frammenti inediti dal carteggio, ecc. 79
Mi pare che faresti bene a mandar il Risorgimento al Papa e al Segretario di Stato (con questo solo indirizzo onde vada anche ai successori). Ti mando intanto questi as­sociati, ai quali spedirai il giornale*
S. E. Prìncipe Dn Tommaso Corsini Senatore di Roma
S. E Principe Dn Cosimo Conti
Sig. Fortunato Pio Castellani - 173 Corso P.o p. io
Due giorni prima della fine dell'anno furono rese pubbliche le notizie secondo le quali il Governo non intendeva permettere la completa libertà di stampa e le di­scussioni politiche sarebbero state soggette alla censura. Si sparse, inoltre, la voce che il nuovo Consiglio dei Ministri sarebbe stato composto quasi interamente di ec­clesiastici e che i laici sarebbero stati ristretti ad uno o due dei ministeri meno importanti.
I capi dei vari circoli politici di Roma organizzavano subito una dimostrazione di protesta contro questo tentativo del Governo di rendere inapplicato l'intero pro­gramma delle riforme. Il Governo, allarmato dalle agitazioni, metteva le caserme in stato di allarme e rafforzava il corpo di guardia al Quirinale. Altre pattuglie di truppa tentavano di dissipare i nuclei dei dimostranti che si radunavano qua e là per le vie della città.
Convinti che Fuso della truppa per mantenere l'ordine e la quiete nella città non fosse che una parte della cospirazione gregoriana per distruggere le libertà concesse, i capi degli agitatori pregavano il Principe Corsini d'intervenire presso il Papa per esporgli le ragioni della dimostrazione e per assicurargli che dimostrazioni non erano rivoluzioni e che si dovevano permettere senza l'intervento della truppa.
Per calmare il tumulto, e forse come risposta alle domande fatte dal Corsini, Pio IX, il 2 gennaio, fece un giro per la città in carrozza e fu acclamato dal popolo con grida di Viva Pio IX e Abbasso Savelli e i Gesuiti. *)
L'Azeglio era indisposto in quei giorni, ma in questo breve scritto metteva il suo amico al corrente dei fatti di Roma:
Roma, 1 Gennajo 1848*)
Nella notte del giorno accennato, un grande allarme si destò nella Segreteria di Stato. Un ordine immediato delle superiorità decretava il ritengo nelle caserme a tutte lo truppe della cista, ed il rinforzo di 100 civici nei quartieri dei rioni Campo Marzo, Colonna, e Trevi. // palazzo del Papa al Quirinale era guardato al di dentro da com­pagnie di granatieri, al di fuori da 40 dragoni a cavallo. Quelli che giunsero a sapere Vinnaspettata notizia chiedevano stupefatti il perche si prendessero quelle severissime misure. Tutti V'ignoravano e ridevano.
La mattina quest'ordine non veniva trasmutato. H popolo in folla accorse al Pa­lazzo Corsini, e chiese al Principe che dimandasse ragione al governo, egli come Senatore
i) G. GaBUBSi, Memorie pur servire alla Storia della Rivoluzione degli Stati Romani dalV elevazione di Pio TX sino alla caduta della Repubblica, Genova, 1851, I, p. 132.
2) i,a data è errata. La lettera dev'essere stata scritta nel pomeriggio del 2.
Ci manca il solito Caro Cesare, ma la busta è indirizzata a Cesare Balbo e porta il timbro del 3 gennaio 1848. La prima pagina è di mano del Tommasoni.