Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D' ; BALBO CESARE
anno <1951>   pagina <80>
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George A. Carbone
e rappresentante del popolo, di quell'inusitato allarme. Il Principe Corsini si condusse dal Pontefice. N'ebbe in risposta che ignorava tutto, e che il giorno stesso avrebbe dato tal soddisfazione al popolo da farlo rimanere contento. Di fatto nelle ore pomeridiane percorse nella sua carrozza le. strade più popolate della Capitale, facendo con ciò conoscere la fiducia che aveva nella moltitudine. Il COTBO, via frequentatissima, videsi d'improvviso apparata a festa. Ognuno indirizzò al sommo Pio IX parole di conforto e di fedeltà.
Verso /'ave maria la carrozza papale rientrava nel palazzo del Quirinale tran­quillamente. La voce sparsasi fra la calca che Pio IX era stanco di quella lunga pas­seggiata, e che non sentitasi perfettamente in salute, fece decidere la folla a disperdersi silenziosamente. Oggi ognuno chiede l'autore, e l'origine di questo fatto, I più accusano il Governatore Savelli, 1) e la polizia!
Ore: 2 poni.! Tutto è rietrato [sic] nell'ordine, e regna nella capitale una perfetta tranquillità. Si aspetta la fine.2)
Caro Cesare. Ho il Grippe e non posso scrivere. L'ho fatto far da Tomassoni. Credo tuttociò pasticcio di polizia. Le grida del popolo erano Abbasso Savelli, viva Pio TX solo. Ha ragione, perchè il Papa non vuol togliersi d'intorno i birboni. Bisogna batter su ciò. Se no, le cose s'avvieranno male.
Massimo
La più interessante delle lettere del plico è certamente la seguente, scrìtta dal­l'Azeglio al Balbo da Roma proprio nel giorno in cui Milano metteva alla prova le mature speranze e le aspirazioni dello spirito italiano, preparate nei lunghi decenni prima del 1848.
Sarebbe possibile e forse anche sufficiente, spiegare ragionevolmente quello cui accenna l'Azeglio in questa lettera, basando la discussione semplicemente sui fatti ben noti di questo perìodo. Ma una tale spiegazione dovrebbe essere profonda e dettagliata e perciò al di sopra dello scopo e dei limiti di questo articolo. Cosi, mi limito ad offrire soltanto qualche congettura, lasciando al lettore l'opportunità di scegliere più acconce spiegazioni.
Certo, lo spauracchio dello scoppio di una rivoluzione o, meglio, insurrezione, capeggiata da repubblicani italiani aiutati dal nuovo Governo repubblicano a Parigi, minacciava di mandare a monte tutti i preparativi dei moderati. Ma precisamente chi era questo Francese che destava tanto rispetto per la sua abilità nel promuovere la rivoluzione nella Lombardia?
') Domenico Savelli. Nel 1845 nominato Chierico di Camera, fu in Roma nel Tribunale Criminale d'Appello; poi Commissario straordinario nelle Romagna per mantenere la tranquillità durante il Conclave dopo la morte di Papa Gregorio. Nel novembre 1847 fu nominato Governatore di Roma e Direttore Generale della Polizia; Ministro della Polizia nel Gabinetto del Cardinale Ferretti fino ai primi di febbraio 1848, era odiato dai liberali per il suo rigore* Ved. D. SPADONI, in Dizionario del Risorgi' mento, IV, p. 217.
2) Qui termina la scrittura del Tommasoni. Tommaso Tommasoni amico del­l'Azeglio e suo aiutante e segretario nel 1847; nel 1848 fu eletto segretario del Circolo Romano. Collaborò ad alcuni giornali e scrisse anche apprezzate poesie patriottiche Combattè valorosamente a Vicenza con Durando* Ved. D. SPADONI, in Dizionario del Risorgimento, IV, n. 450. G> TOMMASONI, Lettere inedite di M. d'Azeglio e F, Gualterio a Tommaso Tommasoni, Roma. 1885.