Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D' ; BALBO CESARE
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1951
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pagina
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82
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82 George A. Carbone
in marcia. Il 25 marzo le legioni civiche ed i volontari radunati a Roma partirono al comando del generale Ferrari.
Ben presto pero* si comprese che un'armata male organizzata e corpi di volontari indisciplinati e senz'armi non potevano formare mi esercito né portare alla vittoria sul campo di battaglia. L'Azeglio non tardò a scrìvere al suo amico a Torino descrìvendo lo stato attuale delle cose nell'esercito pontificio e chiedendo aiuto.
[Bologna, 6 aprile 1848] 1) Caro Cesare-,
Siamo stati a Ferrara-, ed ora tornali a Bologna per qualche giorno onde mettere un pò* di regola in questo garbuglio d'esercito. Durando e Casanova fanno così bene che ci vengon riescendo. Aspettiamo l'arrivo dei vari corpi, e poi passeremo avanti. D'ordin e di Durando ho scritto a Colegno 2) pregandolo a man giunte che venga con noi e ci ajuti. Ci ha risposto che quanto a bui verrebbe ma che aveva già fatto domanda al Gov. Piemontese, e se gli davano un posto non potea ricusarlo. Ora Durando, ed io e tutti ti preghiamo che se gli hai dato il posto glielo conservi, ma per interim lo lasci venir a ajutar quest'esercito che occupa un posto importante (potendo circondar la sinistra del nemico) che ha bisogno grande d'uomini d'esperienza, e che alla fine è Italiano, e più, Papale. In Piemonte hanno pare buoni ufficiali, qui invece mancanza assoluta. Politicamente sarà utile che il Piemonte prenda l'ascendente sugli altri stati, con che si verrà a frenare quel furore delle repubblichette. Ove si veda che dappertutto i Piemontesi fanno meglio degli altri e guidano, l'ascendente verrà loro di sua natura. Dai municipalismi, dalle ambizioni d'imbecilli volgari, che si credon geni, ci salveranno Carlo Alberto e Pio IJC, se sanno esser pari alle circostanze; e nel salvar noi, faranno grandi e gloriosi loro. La conclusione dunque è che ordini la cosa in modo che Collegno possa ajutarci: Genio e artiglieria sono le due parti nelle quali pia manchiamo. Ti prego perciò di volerci ajutare. Non puoi figurarti a che punto di dénuement era quest'armata. Fortuna che si son trovati Durando e Casanova! Se non eran loro, credo che qualche rivoluzione succedeva in Romagna principalmente. Dalle nuove che ho di Lombardia, mi par vedere che il Re non usi abbastanza i mezzi morali proclami ordini del giorno farsi vedere nelle città mandar intorno i figli ecc. ecc. Noi a ogni movimento si mette fuori qualche cosa. Ora fo un proclama dicendo delle profanazioni di Radetzki a Mantova, e che perciò è guerra santa la nostra e per far mettere la croce quadricotore sul petto di tutti. Sto combinando un gonfalone per l'armata con suvvi qualche motto o Dio lo vuole con Viva Pio IX. o simili, e piantarlo su un carro, e farvi dir messa la domenica, insomma il carroccio. Bisogna parlar alle fantasie, e servirsi d'ogni mezzo. Addio caro mio. Ci siamo si o no questa volta? E viva le Speranze d'Italia, che sono divedute realtà.
'Massimo
. ) La busta fra il timbro postale di Bologna, 6 aprile 1848 ed e indirizzata al Slg. Conto Cesare Balbo, Presidente del Consiglio dei Ministri, Torino.
2) Giacinto Provana di Collegno. Già ufficiale nell'esercito napoleonico, ebbe parte nei moti del 1821 in Piemonte e, fallito il movimento, andò in esilio. Corso a Milano dopo le notizie delle Cinque giornate; fece parte del ministero piemontese-lombardo di Gabrio Casati come Ministro di Guerra dopo il 20 luglio 1848.