Rassegna storica del Risorgimento
SALVEMINI GAETANO
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1951
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103
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Libri e periodici 103
della primavera del 1792, attraverso il sommovimento dell'opinione popolare operato dagli Arrabbiati e ripreso poi dagli hebertisti fino alla parabola del maximum del germinale-termidoro dell'anno II, quando dopo la caduta dell'hebertismo, il Comitato di salute pubblica allenta i freni richiedendo (a scapito del proletariato)la collaborazione e l'esperienza dei commercianti professionali e abolendo i Commissari agli accaparramenti. Per l'A. è il trionfo della classe borghese contro la classe proletaria: può essere anche, però, che sia stata solo l'urgenza come soluzione più realisticamente efficiente dello stesso principio libcristicu. Comunque non va dimenticato che, nel disastro monetario (si pensi al problema degU assegnati) e nella sproporzione tra salari e prezzi delle derrate, furono gli stessi fautori del liberismo ad accettare le regolamentazioni, le quali per quanto riguarda il problema dei grani riuscirono a nutrire le città e le armate. JMMG PETROCCHI
JNILO CALVLNI, Il p. Martino Natali, giansenista ligure dell'Università di Pavia: Genova, Società Ligure di Storia Patria, 1950, in 8, pp. 178. L. 800.
Dopo il lavoro del Banacchi su Eustachio Degola e del Cipriani su Vincenzo Palmieri, ecco questo scritto del Calvini dedicato ad un'altra figura del giansenismo ligure: lo scolopio Martino Natali. Gli studi sul giansenismo italiano sì sono venuti in questi ultimi tempi volgendo con particolare interesse verso regioni che erano state in un primo tempo trascurate a vantaggio dei centri toscani e lombardi, quasi che quel movimento fosse sorto e si fosse sviluppato solo a Pistoia ed a Pavia. Murra e Codi-gnola per la Liguria, Dammig per Roma, hanno recentemente rivelato quale importanza abbiano per lo svolgimento generale del movimento regioni e città ritenute a torto immuni dall'eresia di Giansenio.
Sulle orme di quegli studiosi l'autore di questo volume si prefigge il compito di fornire una chiara, informata e precisa biografia del Natali, che, formatosi a Roma, ove l'ambiente teologico è dominato dal contrasto tra il Collegio Romano dei Gesuiti e il Collegio Nazareno degli Scolopi, diviene uno dei più influenti maestri dell'Università pavese e dei più devoti collaboratori dei riformatori austriaci, meritando anche l'amicizia e l'ammirazione del Firmian. Nilo Calvini ha il culto del certo e dell'informazione sicura, che gli fa evitare ogni afferra azione non documentata, ogni costruzione ampia e portentosa, ma poco solida: egli pone, quindi, al suo libro dei limiti che non intende superare: vuole fornirci dati sicuri sulla vita e sulle opere del suo Natali, non azzardare giudizi sul valore che le opinioni religiose ed ecclesiastiche di lui possano avere nello svolgimento del pensiero giansenista e nella pratica del giurisdizio-nalismo austriaco in Lombardia: vuole fornire clementi a giudizi che egli, con modestia oggi rarissima, non intende esprimere.
E questo uno studio serio ed utile, fondato sopra un intelligente uso delle fonti recentemente pubblicate e dei giornali religiosi del Settecento. Completano il volume alcune interessanti lettere inedite del Natali conservate alla Biblioteca Vaticana.
FAUSTO FONZI
LIMO MARIIN'I, Pietro Giannone e il gianno'nhmo a Napoli'nel Settecento; Bari, Laterza, 1950, in 8", pp. 188. L. 950.
Questo libro del Marini è pubblicato nella collana dell'Istituto italiano per gli studi storici fondato com'è noto a Napoli da Benedetto Croce e ditetto da Federico Chabod. Scritto alla scuola di si illustri maestri esso non può non avere precisa impostazione e salda struttura. Visi studia la portata storica dell'opera giannontana nella vita politica del regno di Napoli, cioè non ci si limito all'esame del pensiero politico di Giannone, in e stesso considerato, come fauno in genere filosofi e giuristi,-ma si cecca di inquadrare