Rassegna storica del Risorgimento
SALVEMINI GAETANO
anno
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1951
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pagina
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106
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1"" Libri e periodici
DE MAISTRE, a cura di D. GIULIOTTI (11 volume della Biblioteca politica); Firenze, L'arco, 1948, in 8, pp. 202. L. 450.
Giuseppe De Maistre è un autore fra quelli più soggetti a ce ritorni. A lui spesso si richiamano amici ed avversari del cattolicesimo; i primi per trarre ispirazione ed infondere nuovo vigore al loro pensiero, i secondi per mostrare l'aspetto reazionario del moderno pensiero cattolico. Pochi e tra questi, in Italia, non sarà mai abbastanza ricordato l'Omodeo (la coi opera su De Maistre non si trova indicata nella bibliografia, sia pure essenziale, data dal Giuliotti) sono quelli che hanno cercato d'intendere il significato più profondo della sua personalità attraverso un esame attento dei suoi scritti.
Anche se mostra di aver tenuto conto nella sua introduzione di taluni risultati della più recente storiografia su De Maistre, il Giuliotti non è di questi pochi, perchè egli si è messo da un punto di vista apologetico. Non poteva del resto essere diversamente: il reazionario Giuliotti, come ha ben rilevato D. Mondrone, (Attualità di un grande deluso: Giuseppe De Maistre, in Civiltà Cattolica, 1948, voL IV, pp. 69-72) ha fatto una sorta di apologia dell'apologista del boia, ricca di pregi stilistici, ma scarsa di comprensione storica.
Anche per ciò che riguarda l'antologia maistriana (comprendente i primi tre capitoli delle Considérations sur la Franco, alcuni capitoli dell'Essai sur le principe générateur des constitutions politiqucs, brani del Du Pape, e delle Soirées e poche lettere) avremmo preferito un altro criterio di scelta ed una maggiore accuratezza nella traduzione; Rileviamo qui alcune inesattezze, non soltanto per scrupolo filologico, ma anche perchè ci sembra doveroso esigere il massimo rispetto per il testo di un autore che, oltre ad essere un finissimo letterato, alla parola e al linguaggio dava un senso religioso-profetico. Le note di De Maistre non sono sempre riportate; i periodi vengono spezzati con frequenti a capo; molte parole vengono tradotte con l'iniziale maiuscola; non tutte le frasi in corsivo nei testo francese sono in corsivo in quello italiano; la numerazione dei capitoli dell'Essai è in gran parte errata (ai numeri XLVIII-LVIU vanno sostituiti i numeri LVII-LXVII); a pag. 36 alcuni versi di Shakespeare son tradotti, non si sa con qual criterio, direttamente dal testo inglese, invece che dal Ubero e diverso adattamento che di essi fa De Maistre; a pag. 63 l'inizio del cap. LV1II dell'Essai Per la stessa ragione va corretto in Per la ragione contraria. Infine a pag. 55 il Giuliotti ha tralasciato pur avendo detto (pag. 24) di aver dato la traduzione integrale dei primi tre capitoli delle Considérations un breve, ma importante passo in cui De Maistre polemizza contro la concezione che le arti sono amiche della pace, cioè contro l'ottimismo illuminista.
Ma anche attraverso i passi scelti dal Giuliotti il lettore attento potrà comprendere quanto siano fuori del vero coloro che considerano ancora De Maistre mistico-profeta -teosofo, oppure bestia nera della democrazia. Questi interpreti non hanno inteso la caratteristica posizione che con De Maistre il pensiero cattolico assume -nel nodo storico rivoluzione-controrivoluzione, rivoluzione-restaurazione. De Maistre fu il primo che capi la favorevole situazione in cui, dopo la rivoluzione, si era venuta a trovare l'apologetica cattolica; essa non doveva più giustificare uno stato di cose esistenti, e poteva polemizzare liberamente contro l'ordine politico-sociale creato dalla Rivoluzione (Cfr. W. GURIAN, Die politiseli eri und saziateti ideen des fransOsischen katliolizismus, 1789-1914, Volkvercins-Verlag GmbH, M. Gladbaoh, 1928, p. 60).
Non c'è quindi bisogno per capire il pensiero del padre della moderna pubblicistica cattolica di ricorrere ai precursori Gregorio VII, 5. Tommaso, Bonifacio VIII, Bossuet, ecc., ma giova piuttosto riferirai a concrete situazioni, a precisi avvenimenti: il suo provvidenzialismo ha sempre un carattere pragmatico, anche se non storicista.
GIANFUANCO MERLI