Rassegna storica del Risorgimento

SALVEMINI GAETANO
anno <1951>   pagina <107>
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Libri e periodici
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LIVIO IANNATTONI, Roma e gli inglesi; Roma, Atlantica, 1945, in 8, pp. xx-308. tav. 24. S. p.
Garbata, rievocazione dei ricordi e delle impressioni di viaggiatori inglesi sulla Roma papale. * *
INCENZO DEL GIUDICE, La Questione romana e i rapporti tra Stato e Chiesa fino alia Conciliazione; Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1947. in 8, pp. 308. L. 1300.
La Questione romana) intesa come problema della coesistenza in Roma di una autorità- religiosa, la suprema autorità per milioni di cattolici nel mondo, e di un'auto­rità civile, reciprocamente indipendenti ed autonome nelle rispettive sfere di competenza, se trovò la sua fase culminante nel Risorgimento, ebbe origini assai più remote. L'affer­mazione della sovranità temporale dei papi è, infatti, legata alla lotta contro i re longo­bardi, cbe minacciavano di ridurre.il Vescovo di Roma alla condizione di loro suddito. Per più. secoli, il possesso di un vasto territorio, con una organizzazione statuale auto­noma, fu, quindi, considerata la sola possibilità di esplicare liberamente il massimo magistero religioso. A misura che gli Italiani andarono acquistando una coscienza imitarla la Questione romana, già avvertita nella sua grave complessità nelle tre crisi subite dallo Stato pontificio nel 1798, nel 1808 e nel 1849, si presentò come il prò-blema cruciale. la crisi di coscienza del Risorgimento nazionale. Connesso itila Que­stione romana è il problema delle relazioni tra lo Stato e la Chiesa, giunto alla sua esasperazione col movimento di idee che spinse il Piemonte sulla via dell'anticurialismo. H problema di Roma, ebbe a dire Cavour, non deve essere sciolto con la spada sola. La trasformazione del mondo europeo, dopo la prima guerra mondiale, il rapido diffondersi di nuovi mezzi di comunicazione tra i popoli (primo fra tutti la radio, che rese possibile superare ogni confine e barriera) affrettò hi soluzione dello spinoso pro­blema, che il 1870 aveva portato a maturazione, ma non era riuscito a superare.
Il Del Giudice ripercorre, in pagine nitide e documentate, la storia della Questione ; esamina la legislazione ecclesiastica liberale; il tentativo di soluzione unilaterale, con la legge delle Guarentigie; gli eventi che portarono alla Conciliazione. Nelle vicende cbe precedettero la seconda guerra mondiale i Patti del Laterano subirono il loro duro collaudo. La connessione tra i due protocolli lateranensi proclamata dalla Santa Sede segnò il punto di arresto del tentativo fascista di assorbimento delle organizzazioni cattoliche. Il Del Giudice esamina, infine, il valore e la. portata dell'articolo 7 della Costi­tuzione italiana, che trasferì nel nuovo ordinamento i patti del 1929, e studia le altre disposizioni costituzionali che più direttamente interferiscono nella materia ecclesia­stica. È naturale che l'autore, insigne cultore delle discipline giuridico-ecclesiastiche, sia prevalentemente portato a cogliere dei problemi l'aspetto giuridico.
I singoli capitoli del volume sono accompagnati da preziose e precise indicazioni bibliografiche e documentarie. Tra l'altro vengono ripubblicati alcuni tra i documenti più interessanti non sempre facilmente accessibili, come il progetto delle Condizioni da convenirsi per l'indipendenza spirituale del Pontefice ed esercizio di sua spirituale autorità sui mondo cattolico e Faltro delle Condizioni da offrire come base di acco­modamento fra il pontefice e il Regno- italico nel regolamento delle faccende ecclesia­stiche, progetti che si riferiscono al tentativo conciliativo fatto nel 1860 da Cavour (del quale si riportano le osservazioni ai singoli articoli) a mezzo del Pantàlconi. Sono riportati, inoltre, i vari progetti governativi, della Camera e dei Senato, che condussero nel 1871 alla legge delle Guarentigie. Anche di questo gli studiosi dovranno esser grati al Del Giudice, non essendo sempre facile la consultazione degli atti parlamentari del tempo.
Ci si consenta, da ultimo, la pedanteria di voler correggere alcune piccole inesat­tezze. E così diremo che non il 16, ma il 15 febbraio 1798 fu proclamata la Repubblica