Rassegna storica del Risorgimento
SALVEMINI GAETANO
anno
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1951
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pagina
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109
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Libri e periodata', 109
ai giornali posteriori al 1861. Al contrario, tale-ricchezza di motivi, di problemi dà intenti esiste anche nel periodo anteriore per lo storico che-non abbia gli occhibendati per ciò che riguarda problemi diversi da quelli dell'indipendenza e dell'unità, che furono i problemi più sentiti, ma non certo gli unici che i giornalisti del primo Ottocento si ponessero e cercassero di affrontare e risolvere.
L'insensibilità per ogni altro motivo e lo sguardo fisso ai due problemi fondamentali portano l'autore a negare ogni valore ed interesse ad importanti correnti giornalistiche, ad ignorare l'esistenza di altre correnti: mi riferisco in particolar modo alla stampa democratica ed a quella cattolica.
Dall'indifferenza per tutto ciò che non tende immediatamente alla soluzione del problema nazionale nasce, infatti, nell'atto di giudicare le varie correnti a seconda delle loro benemerenze patriottiche, la condanna per i giornali democratici che si ponevano, accanto a quello nazionale, altri problemi che potevano allontanare la soluzione del primo ma esprimevano aspirazioni di carattere ideale, politico e sociale realmente sentite dalla popolazione italiana e soprattutto dai ceti della media e piccola borghesia; erano aspirazioni confuse, confusamente dà quei giornali espresse, ma non per questo storicamente meno importanti di quelle delle quali si facevano interpreti i giornali moderati e mazziniani.
Di una stampa cattolica, poi, il Santangelo, come tonti altri storici, non avverte neanche l'esistenza: essa invece visse ed ebbe una individualità ben distinta da quella di altre correnti, anche se determinata da preoccupazioni religiose ed ecclesiastiche più che dalla adesione ad un dato programma politico; i giornali che ad essa appartennero (Armonia, Conciliatore Torinese, Cattolico di Genova, Labaro, Costituzionale Ro-mano. Osservatore Romano, Piemonte,*) erano spesso collegati tra loro e con giornali cattolici stranieri.
Meritavano qualche cenno anche i giornali clandestini manoscritti (Quadragesimale Italiano, Raccoglitore Romagnolo, Illuminatore...) che vasta diffusione ebberO soprattutto nell'Italia centrale, e contribuirono anch'essi, nonostante la loto inferiorità tecnica, a determinare l'opinione pubblica e gli orientamenti politici dei liberali.
Anche se non mancano nel volume giudizi superficiali o notizie inesatte, come là dove, parlando della Bclgioioso, di Mazzini e di Cattaneo, è detto che per tutt'e tre la cosa essenziale era sempre l'unità, o dove Montanelli appare (secondo un vecchio errore sfuggito al Fatterello) fondatore della Patria anziché dell'Italia, non si può negare a questo saggio il merito al quale iniziando accennavamo: il problema è esattamente impostato, la giusta via è additata; una più profonda ed ampia indagine potrà in quel senso essere in successivi lavori realizzata dal medesimo autore o da altri studiosi che vorranno seguirlo sullo stesso cammino* FAUSTO FONZT
FRANCESCO BBANCATO, La Sicilia nel movimento per l'unità d'Italia (Quaderni storici diretti da Eugenio di Carlo); Palermo, I. R. E. S,, 1947, in 8, pp. 56. L. 150.
In questa acuta sintesi il Bratteato esamina le varie fasi degli avvenimenti siciliani sino all'annessione del 1860 ed i contrasti politici ed ideologici che si verificarono sia tra Sicilia e Napoli, sia tra gli stessi gruppi politici siciliani, come avvenne difatti nei 1821, nel 1848 e nel 1860.
Non ci sembra del tutto accettabile il giudizio espresso a pag. 19, del resto smentito nella successiva impostazione del problema,' relativo alla lotta sostenuta dalla Sicilia, agli inizi del secolo XIX, per riacquistare qneU*indipcndcnza e quell'autonomia che per breve le aveva assicurato la costituzione del 1812 , lotto che si manifesta anche contro rordinamento sociale e politico interessutamente imposto dallo grandi potenze con il Congresso di Vienna e, indirettamente, contro ogni legame, che, pure in forza di quel Congresso, avvinceva l'Italia allo straniero, per la restaurazione di un più libero reggimento secondo la volontà dei popoli.