Rassegna storica del Risorgimento

SALVEMINI GAETANO
anno <1951>   pagina <114>
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114 Libri e periodici
A complemento il Pischedda ha raccolto in una terza sezione del volume i rapporti relativi alle missioni straordinarie di Ferdinando Pio Rosellini e di Pasquale Bergami*
La ricca documentazione, tratta dall'Archivio di Stato di Torino ed, in parte, dall'Archivio storico del ministero degli esteri in Roma, contempla il periodo dal marzo 1848 all'aprile 1849. È premessa una assai pregevole introduzione, nella quale il Pi­schedda traccia la stòria delle relazioni diplomatiche tra Torino e Firenze, centrandola soprattutto intorno ai due problemi che i documenti pubblicati lumeggiano con mag­giore evidenza: la Lega italica ed i contrasti tra le due corti per il dominio della Luni* giana. La schermaglia diplomatica alla quale dà luogo la delimitazione dei confini è rivelatrice dei reciproci sentimenti di diffidenza dei due Stati ed illumina, quindi, anche sulla diversa interpretazione che Torino e Firenze danno alla questione della Lega. Per Torino si tratta di impegnare gli altri Stati d'Italia a secondare il suo sforzo, giovandosi, sul terreno militare, delle conseguenze morali e materiali di un accordo, senza lasciarsi legare da un patto politico che ponga dei limiti, nel presente e, più ancora, in futuro, alla sua libertà d'azione; per Firenze si mira a controbilanciare, con l'appoggio di Roma e di Napoli, la preponderanza militare della Sardegna. Al centro della penisola, attraversata dalle principali vie di comunicazione tra il nord ed il sud, la Toscana si batte, da una parte, per impedire ogni ulteriore progredire dell'espansionismo sabaudo e, dall'altra, per difendersi dall'insorgere della rivoluzione politica e sociale, cercando di evitare di rimanere isolata di fronte al duplice pericolo. Purtroppo, scrive il Villamarina, regna in Toscana molta Tedescheria e molto codi­nismo, ma per allontanare il pericolo repubblicano la partecipazione alla guerra sembra ad un certo momento l'unico mezzo. L'affermarsi in Roma dell'idea repubbli­cana ed il conseguente intervento repressivo delle potenze cattoliche, varrà, se non altro, a disperdere gli equivoci ed a restituire agli Stati italiani la loro vera fisionomia.
I documenti pubblicati dal Pischedda danno modo di completare lo studio della difficile situazione diplomatica della corte granducale nel 1848-49 e permettono di delineare con maggiore precisione le direttrici della politica sabauda. Se il quadro potrà essere completato con la pubblicazione dei documenti relativi alle relazioni diplomatiche con Napoli e con -Roma, sarà dato agli studiosi un materiale di primo ordine per quella tanto invocata revisione della storiografia risorgimentale, che, fuor di ogni preoccupazione apologetica, permetta di approfondire in sede storica l'esame dei problemi politici, morali, sociali ed economici, che furono alla base del nostro movimento di rinascita. Lo studio introduttivo del Pischedda è già, per suo conto, una chiara affermazione dei risultati ai quali può portare una più affinata e più Ubera indaghi* VITTORIO E. GlUNTEIXA
La Venezia Giulia e la Dalmazia nella rivoluzione nazionale del 1848-1849. Studi e docu­menti raccolti e pubblicati a cura del Gomitato triestino per le celebrazioni del centenario; [Trieste], Del Bianco, 1949, 3 voli., in 8, pp. 603, 576, 637, ili. 52. Lire 5000.
Di quest'opera ha già fatto un'ampia recensione espositiva al XXVIII Congresso del nostro Istituto l'attivissimo ed infaticabile segretario del Comitato triestino, dote. Fabio Suadi (vcd. Rassegna, XXXVII, pp. 480-487). Non è, quindi, il caso di darne più larga notizia, cosi informata e precisa fu allora la. relazione di chi aveva molto da vicino seguita l'opera del curatore dei tre bei volumi, dott. Giuseppe Stefani, e del­l'entusiasta e benemerito Presidente del Comitato celebrativo, prof. Gino Palutan, che è anche il Presidente di Zona di Trieste, l'uno e l'altro nomi cari agli studiosi italiani perchè studiosi ed ancor più perchè italiani, e studiosi e italiani di tempra eccel­lente. Moltissimo deve il nostro Istituto a Gino Palutan, perchè dal suo appoggio conti* nuo, intelligente, comprensivo, diremmo quasi, affettuoso, derivano l'apprezzato rigoglio