Rassegna storica del Risorgimento
SALVEMINI GAETANO
anno
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1951
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pagina
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115
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Libi/i e periodici US
e la fortuna attuale della sezione triestina. Nessuna iniziativa di questa lo ha mai trovato estraneo o restio, dal riuscitissimo convegno locale e dalla mostra in occasione del centenario del *48 al magnifico XXIX Congresso nazionale del 1950; nessun ostacolo e nessuna difficolti) lo hanno mai arrestato. H suo sorridente ottimismo, la sna disarmante cortesia hanno permesso sempre al nostro Comitato di condurre a termine presto e bene tutte le iniziative alle quali si era accinto spesso con il segreto timore di aver assunto impegni troppo grandi..... Anche per questo il nostro Istituto è oggi lieto di salutare in Gino Palutan un Prefetto italiano. Nomen ometti-Dei venti articoli di questa bella miscellanea, nella quale la rievocazione storica è ravvivata dall'ardore di una fede inesausta e di una speranza cementata dalle più dolorose esperienze, ben tre appartengono al dott. Giuseppe Stefani. Il quale, sia che raccolga Documenti e appunti sul Quarantotto triestino, sia che rievochi La flotta sardo-veneta nell'Adriatico e il blocco di Trieste, o segua amorosamente Giuliani e Dalmati nella prima guerra d'indipendenza, dà nuova prova di quelle felici qualità di ricercatore dal fìnto sicuro e dal giudizio infallibile che i suoi saggi precedenti avevano posto in luce. Gli studiosi di storia del Risorgimento non hanno certo dimenticato, tale ne è la fondamentale importanza per la ricostruzione del movimento settario italiano, la magnifica silloge Trieste e V'Austria dopo la restaurazione: dai carteggi riservati della polizia imperiale, che occupa ben 563 pagine del glorioso Archeografo Triestino (s. IV voli, m-rv, 1940-41; ved. Rassegna, a. XXX (1943), pp. 260-262).
Al Palutan e allo Stefani fa degna coróna nei tre volumi con saggi notevolissimi il fiore della storiografia giuliana, Attilio Gentile, Camillo De Franceschi, Angelo Scocchi, Lina Gasparini, Oscar De Incontrerà, Ettore Chersi, Giulio Gratton, Cesare Pagnini, Aldo Tassini, Attilio Venezia, Ranieri M. Cossàr, Giovanni Quarantotti, Emilio Mar-cuzzi, Giuseppe Praga, Arrigo Zink, Enrico Brol, Luciano Giulio Sanzin. Nomi di studiosi e visi e cuori fraterni ai quali vanno la nostra riconoscenza e il nostro augurio. La loro fede e la loro speranza sono la nostra fede e la nostra speranza. A j Q
Scritti intorno alla riappacificazione delle nazionalità nel 1848-49; Budapest, 1948, in-8, pp. 218. S. p. {1848-1849 ivi iratok a nemzetisegi megbékulé étSl).
Contiene 76 scritti vari relativi all'atteggiamento dei serbi, slovacchi e rumeni di fronte alla rivoluzione ungherese nel periodo che va dal 15 gennaio 1848 all'8 agosto 1849, ristampati in traduzione magiara, raccolti ordinati e commentati da Ladislao Galdi e Ladislao Hadrovics, professori dell'Università di Budapest, a cura di Gàbor Kemény e Zoltfin Csuka, studiosi del problema delle minoranze danubiano-balcaniche.
È una miscellanea di articoli pubblicati sulle colonne di giornali provinciali dell'epoca, ormai pressocchè introvabili, di lettere, discorsi, proclami e fogli volanti. Riporta la fotografia di 12 documenti* La raccolta reca un contributo allo studio del problema delle minoranze etniche, la discordia delle quali doveva fatalmente determinare il fallimento dei moti del 1848-49 nei paesi danubiani degenerandoli in una specie di bellum omnium con tra omnes. Gli stessi odi, preconcetti, sospetti, rancori e risentimenti resero più tardi inattuabile i progetti di una Confederazione. E di particolare rilievo l'attività di Cesar Bolliac, poeta rumeno, oriundo di famiglia greca, il quale nel maggio 1849 si recò da Bucarest a Debreczcn, per prendere parte nelle trattative di conciliazione tra Baleescu, Boni e Kossuth. Importante assai la relazione del luglio 1849 di Giulio AndrfiBsy, inviato a Costantinopoli, che si fermò a Belgrado; afferma che il jtome del generalo polacco, comandante delle truppe ungheresi* fu popolare anche tra i Croati. Gli scritti dei ministri Bartolomeo Seemere e Casimiro Batthyany rilevano larghezza divedute e tendenza a. raggiungerò il giusto equilibrio mediante la comprensione delle reciproche aspirazioni dei diversi gruppi etnici. STEFANO MARKI'S