Rassegna storica del Risorgimento

SALVEMINI GAETANO
anno <1951>   pagina <116>
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116 Libri e periodici
ACHILLE MARAZZA, Il clero lombardo nella rivoluzione del 1848; Milano, Ed. del Milione, 1948, in 16, pp. 128. S. p.
ANTONIO CISTELLINI, U clero bresciano nella rivoluzione del 1848-49; Brescia, 1949, in 8, pp. 80. S. p.
Diversi articoli di giornali, di riviste e di numeri unici recentemente apparsi per commemorare il '48 nelle varie regioni e città italiane, (Roma, Milano, Piacenza, Como, Reggio Emilia...), ed alcune comunicazioni in recenti congressi storici (ricordo quella della Rizzi al Congresso del Risorgimento tenuto a Roma nel 1949) hanno posto diretta­mente o indirettamente un problema storico del massimo interesse: quello dell'at­teggiamento del clero italiano nel 1848, che si collega all'altro ancor più vasto e appassionante concernente la posizione assunta dai cattolici militanti durante il Risorgimento. A torto si riduce spesso questo problema a quello più limitato della più o meno larga partecipazione del clero al moto per l'unificazione della penisola, mentre preoccupazioni e passioni politiche, che tendono da una parte ad esaltare un clero partecipe del movimento unitario liberale, dall'altra a presentare un clero austriacante e fautore dell'assolutismo, deformano il problema stesso e la sua soluzione, che deve ricercarsi' in un sereno studio dei motivi che condussero il clero ed i cattolici militanti ad assumere alcune posizioni ed a combattere determinate correnti. Oggi è forse possibile intendere il dramma di allora in un senso più ampio che consideri Fazione di quegli uomini non solo riguardò al problema dell'indipendenza e dell'unità ma anche ai molteplici motivi ideali e sociali che guidarono la loro azione: non si tratta tanto di vedere se e in qual misura il clero abbia operato per la causa dell'in­dipendenza e dell'unità quanto di ricercare i motivi che li indussero a favorire una soluzione e a combatterne un'altra, a propugnare questo o quello degli obiettivi risorgimentali che si vollero poi arbitrariamente unificare. Non dobbiamo quindi porci un'unica domanda tendente ad attribuire o a negare benemerenze patriottiche attraverso la valutazione quantitativa della partecipazione clericale, ma dobbiamo chiederci: quale penetrazione ebbe la letteratura neoguelfa tra il clero? Fino a qual punto il problema dell'indipendenza fu per questo clero distinto da quello del rinnovamento liberale degli Stati, della creazione di un vasto regno sabaudo o di uno Stato unitario che eliminasse il potere temporale? Fino a qual punto si confusero nel '47 e nel '48 la causa d'Italia e quella del Pontefice? Quale azione eserci­tarono sul clero, o meglio sulle varie classi del clero, gli arditi progetti politici che si andavano allora vagheggiando e le minacele di sovvertimenti sociali che venivano di Francia e si delineavano nella stessa Italia? Quanta parte dell'atteggiamento del clero era dettata dal suo essere tale e quanta dal suo partecipare delle idee, delle aspirazioni, dei timori e delle preoccupazioni di questa o di quella classe sociale, di questa o di quella regione con i suoi campanilismi e le sue gelosie? Si tratta insomma, anche in questo campo, di studiare realisticamente il passato al di là dei vecchi schemi della storiografia patriottarda a base di eroi e di tiranni, di martiri e di traditori.
Un importante contributo allo studio del clero italiano nel '48 è offerto da Achille Marazza con questo volumetto, ove egli polemizza con coloro che hanno trascurato un cosi importante aspetto della insurrezione lombarda e disconoscono l'azione patriottica, nel senso nazionale e liberale* svolta dal clero lombardo nel 1848. Fonti di vario genere, tra cui diversi interessanti ed inediti documenti d'archivio, vengono qui adoperate per dimostrare la vastità è l'intensità di quell'azione, e questa dimostrazione riempie forse un po' troppo di sé il volume e non permette all'autore, tutto intento ad essa, di utilizzare in senso più ampio le sue fonti. La lettura di questo libro, sepolta ad alcune conclusioni (l'affermazione di Radetzki: Il clero, pochi eccettuati, appartiene ai nostri più aperti e pericolosi nemici trova qui' una larga e solida documentazione).