Rassegna storica del Risorgimento

SALVEMINI GAETANO
anno <1951>   pagina <117>
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Libri e perioditi 117
fa anche nascere in noi una serie di interrogativi senza risposta: uno stadio più appro­fondito potrebbe gettar piena luce su problemi inturno ai quali dobbiamo ora limitarci ad ipotesi.
Diversi passi del libro invitano ad un'indagine del più alto interesse. Erano real­mente solo inique suggestioni della reazione e mene di cardinali retrivi e austriacanti quelle che inducevano Pio IX ad esitare ed a rifiutare il proprio intervento diretto in una guerra, alla quale il clero partecipava già con tanto entusiasmo, dando anche ad essa il nome di crociata, o non si trattava invece, di preoccupazioni più che legittime in un Pontefice che vedeva i pericoli della confusione della causa politica d'Italia con la causa religiosa della Chiesa universale? Le pagine del Marazza ci inducono a pensare che quel dare valore politico ad atti di culto, quel servirsi per fini politici di mezzi sacri, quell'impegnarsi così direttamente in una lotta che non poteva rivestire in alcun modo il carattere di difesa della Fede, abbiano potuto realmente turbare soldati tede­schi ohe vedevano preti e frati in mezzo a balle sempre star con croce in mano pregar cielo per Taliano e Tedesco maledir, e dovevano pensare ciò che disse un loro ufficiale: Loro preti sono i promotori di questi disordini, loro preti sono in rela­zione col primo prete di Roma, che è il primo rivoluzionario. Una dichiarazione di guerra del Papa all'Austria avrebbe quindi potuto forse procurargli maggiore prestigio e potere politico in Italia, ma ne avrebbe anche compromesso il prestigio di Capo della società religiosa universale.
Scorrendo le molte pagine, ove si narra di bande di contadini che, nel marzo del 1848, confluiscono da ogni parte guidate dai parroci, esortate ed organizzate da sacer­doti, vien fatto di pensare all'opportunità di studiare i motivi che raffreddarono questo entusiasmo nelle campagne, tanto decisamente ostili in seguito al movimento nazionale. Si giungerà forse alla conclusione che la partecipazione contadina fu allora determinata dalle esortazioni del clero e da speranze di indole sociale (Morte all'Austria e ai signori!) più che da ideali politici; venuto meno l'entusiasmo del clero, rimaste deluse le aspirazioni sociali, i contadini si sarebbero ritirati da un'impresa alla quale nessun interesse ideale o materiale più li legava.
Un altro problema che la lettura di questo libro fa sorgere è quello della natura e delle finalità dell'azione svolta dalle autorità ecclesiastiche. Esse non sembrano tra­scinate, come il giovane e basso clero, da un generico entusiasmo patriottico, ma si muovono in una direzione politica ben determinata a favore della soluzione moderata e caricaliertista del regno costituzionale dell'alta Italia: collaborano quindi con il partito nazionale moderato col quale stringono legami che tarderanno a sciogliersi. Il clero lombardo nella sua maggioranza e nei suoi dirigenti avrebbe quindi corrisposto, anche se con le riserve imposte dall'abito, ai desideri dei liberali; desideri i che si riassu­mevano allora, come in tutto il successivo periodo, nell'appoggio da parte del clero alla rivoluzione liberale, nazionale e borghese contro l'assolutismo e il dominio dello straniero, e nell'opposizione ad ogni movimento plebeo contro le classi ricche e colte. Solo dopo il 1848 il clero lombardo si verrà profondamente trasformando: fallita la soluzione neoguelfa, il problema dell'indipendenza del Pontefice dividerà il clero mila­nese e porterà al progressivo affermarsi dell'intraiisigentismo. I sentimenti nazionali del clero non saranno mutati ma molti suoi atteggiamenti susciteranno lo sdegno dei liberali: troppo spesso partiranno dal clero intransigente le invocazioni all'indipendenza del pontefice, le condanne del diritto assoluto di proprietà, gli attacchi alla monarchia.
L'indagine compiuta dal Marezza non costituisce quindi solo un contributo ad un'appiofondita conoscenza della rivoluzione italiana del '48, ma fornisce anche gli elementi per comprendere la storia religiosa ed ecclesiastica della Lom­bardia nella seconda metà del secolo. E una storia ricca di interesse perchè in quella, regione si manifestano con maggiore chiarezza fenomeni spirituali, sociali e politici comuni a tutta Italia: il QuintavaUe aveva invitato allo studio di questo tema appassionante ma la sua voce era rimasta finora inascoltata.