Rassegna storica del Risorgimento
SALVEMINI GAETANO
anno
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1951
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pagina
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122
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122 Libri e periodici
Ma, ancora una volta, andiamoci piano. Si può veramente con il Saitta affermare che VIntroduzione debba essere considerata non già un'opera di pensiero politico, ma solo un'illustrazione del programma pratico del Comitato democratico latino sorto a Parigi nel 1851 attorno al La menimi s e allo stesso Montanelli? Io non direi. U Introduzione tiene un suo posto nella pubblicistica politica del Risorgimento, ha una vita del tutto indipendente dalle vicende di quel Gomitato. Quando voi la leggete, i problemi che vi si pongono non sono quelli del rapporto tra essa e il Comitato, ma sono i problemi del rapporto, tra quella fase e le altre fasi del pensiero montanelli ano, del rapporto tra YIntroduzione e le opere degli altri scrittori che si muovono nello stesso ordine d'idee: Ferrari, Cattaneo, per citare i nomi più noti.
L'Introduzione va quindi vista sotto questa luce. E sotto questa luce l'Alberti nella sua introduzione, pur avendo un po' perso di vista, come si è detto, i rapporti storici che è sempre necessario tener presenti, ha però sottolineato i punti che è giusto sottolineare. La critica montanelliana è effettivamente, come la definisce l'Alberti, l'accusa della trasformazione in conquista regia del movimento nato come rivoluzione di popolo, del conseguente fallimento dell'ideale democratico che avrebbe dovuto concretizzarsi in uno stato parimenti democratico nato da una costituente popolare...; ed effettivamente l'attualità del Montanelli, o, se si preferisce, la sua storicità consiste nell'avere, sin dal 1851, previsto la facile degenerazione del Risorgimento italiano, qualora non si fosse inserito in esso l'efficiente vaccino del movimento popolare*
In un uomo cosiffatto, che era aperto alle suggestioni delle diverse posizioni e ideologie politiche, il momento dtVIntroduzione rappresenta certo il momento più alto. Nel nostro Risorgimento, che è fatto di valori intellettuali, morali e politici. Montanelli occupa un posto per quel tanto che egli ha saputo dare di originale: e di certo, non è originale l'inserimento suo nella corrente moderata, anche se preparato da tempo, perchè questo inserimento rappresenta la negazione delle intuizioni più felici che sul corso generale del Risorgimento il Montanelli aveva avuto negli anni precedenti. Le sue istanze democratiche attingevano invece le ragioni più profonde del Risorgimento: e sono esse che trovano la loro espressione nell'/nfror/us/one.
La quale nacque appunto come un'introduzione alle Memorie che allora il Montanelli indicava con il titolo di Appunti storici sulla rivoluzione d'Italia; onde, sia detto tra parentesi, è assolutamente errata l'abbreviazione adottata nell'edizione curata dal Mazzei, in cui il titolo dell'opera diventa addirittura La rivoluzione d'Italia; ed è errata anche l'abbreviazione usata sulla copertina della presente edizione, di Appunti storici.... ecc., con la quale indicazione si devono intendere soltanto le ben note Memorie del Montanèlli.
L'importanza dell'Introduzione sta nella profonda ed evoluta coscienza democratico-socialista che l'anima. Nella coscienza che la rivoluzione dev'essere prima di tutto e soprattutto negli animi, nelle abitudini, nell'ordinamento politico e sociale, sta hi più salda ispirazione del Risorgimento, sta il motivo del suo affiato europeo ed umano. E qui questa coscienza è sviluppata ed esplicata apertamente.
Per il Montanelli la rivoluzione consiste nel soddisfacimento di tre condizioni: trasformazione dei governi assoluti in governi liberi, unione dei governi parziali in un governo unificatore, lotta contro lo straniero accampato in Italia. Sono i tre motivi dominanti del Risorgimento; ma la forza originale del Montanelli sta nel modo con cui egli intende i primi due punti.
Libertà: ma libertà in senso moderno, cioè implicante libertà di coscienza, libertà interiore, e libertà dal privilegio sociale. Quindi emancipazione dalla clcrocrazia, emancipazione dalla nuli tocrazia, emancipazione dalla plutocrazia; perchè havvi solidarietà fra i privilegi europei; e la ferita al privilegio clerocratico di Roma è ferita ai privilegi clerocratici, militocratici e plutocratici di tutta Europa e la plutocrazia paga i preti come paga il gendarme e lo sbirro, perchè questo grandi armate che ingombrano l'Europa non sono apparecchiate per servire ad ambizioni guerriere. Servono a