Rassegna storica del Risorgimento

SALVEMINI GAETANO
anno <1951>   pagina <126>
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Libri e periodici
della sua giovinezza ed a dare all'Apostolo, quasi solo, il calore di un affetto antico, la sicurezza che non tutti l'avevano abbandonato. Carattere e spirito ben saldo, per resistere, malato, al dolce richiamo dell'allctto familiare e alla tentazione di scrivere una supplica
11 Marmiroli, conoscitore esperto della storia della sua città, ci dipinge bene la Reggio nella quale visse il Lamberti per cui, anche nella povertà di documentazione personale, noi possiamo ben vederlo muoversi in quel quadro ideale. Forse il bronto­lare col Mazzini, che FA. sottolinea, nasconde più profonde ragioni e non dipende dal carattere del personaggio: è il modo cortese di far intendere all'amico lontano le verità che nessuno osa dirgli. r
ARTURO CODIGNOLA, Bìxio (Pensiero e azione, ?); Milano, Garzanti, 1948, in 16, pp. 272. L. 650.
Non mancavano certo, nella letteratura risorgimentale, gli scritti su Nino Bixio, ma la sua figura era stata, da ogni autore, vista solo da un lato della molteplice e complessa attività che caratterizzò la vita di questo eroico figlio di Genova: Fabba, avvincente, ci dipinge l'eroe; il Gnerzoni il parlamentare; il Busetto il padre amoroso. Mèrito del Codignola è quello di aver saputo fondere le sue fonti per creare il perso­naggio, che fu mazziniano e garibaldino e monarchico, marinaio e soldato, volon­tario e generale regio, giornalista e parlamentare, senza che scosse violente segnassero le diverse fasi della sua vita, che segni lo sviluppo del mondo che gli stava attorno, con alla base una lealtà cosi solida da non essere mai messa in dubbio né da avver­sari, né da amici* E, sopra tutto, aleggiava un affetto quasi morboso per la famiglia.
I limiti fissati dalla collezione hanno tolto a quest'opera quell'apparato di note che rende sempre tanto pregevoli i lavori del Codignola ed ha forse fatto si che al lettore non informato sfuggissero quei documenti di prima mano che si trovano nel volume; tra questi non possiamo non ricordare quelli riferentesi alla attività giorna­listica del Bixio alla vigilia del 1859. Nota era la sua collaborazione al San Giorgio e a La Nazione, ma non erano mai stati studiati e citati gli articoli dovuti ad un uomo che riusciva persino a tenere la penna abbastanza bene in mano quando era eccitato dalla passione e dall'entusiasmo.
L'azione del Bixio in preparazione della guerra del 1859, per il Codignola, rie­cheggia il Se no, no mazziniano. D'accordo, ma senza il sottinteso che quel motto racchiudeva per l'Apostolo, quasi monito e minaccia: i fatti dimostrarono che il Bixio era disposto ad arrivare sino in fondo in compagnia di chi agiva. Anche perchè a noi pare che l'allontanamento da Mazzini sia già avvenuto da un pezzo, subito dopo Roma, dopo la morte del Mameli, per il cui tramite Bixio aveva vissuto della fede e delle idee del Maestro.
II Codignola dipinge molto bene quella che fu la intima sofferenza sostenuta dal Bixio in alcuni momenti cruciali nei quali si trovarono in lotta il suo antico passato rivoluzionario, la sua nuova posizione di generale regio e, soprattutto, il suo carattere impetuoso sempre pronto all'azione. Così per Aspromonte, cosi nel 1864, così nel 1867. Ancora incerto nel 1862 fra l'affetto personale per Garibaldi e Fazione di questi, che disapprovavo, forse contento di non essere stato chiamato dal Generale e di trovarsi in Inghilterra all'epoca della discussione parlamentare per non dover prendere una posizione precisa. Mentirò nel 1864 è decisamente ostile alla rivolta torinese non per accodarsi ai reazionari, ma perche, pur condannando gli Italiani di allora per aver smarrito il vigore rivoluzionurio e per essersi acconciati ad una pavida politica di me­diocri e di titubanti... lottò facendo prevalere nella sua attività politica il raziocinio più delFincomposta passione, come ormai faceva da molti anni (p. 194). Il 1867 darà una risposta a chi lo aveva accusato di aver desiderato che fossero caricati i Torinesi;