Rassegna storica del Risorgimento

SALVEMINI GAETANO
anno <1951>   pagina <129>
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Libri e periodici 129
siane dei fatti, quanto nel carattere del popolo. Diverso e meglio informato d'altri storici francesi, il Vaussard si rende conto di alenai aspetti e di certe particolarità della Vita italiana, sui quali era scesa la condanna e si era stesa imbarazzata l'incompren­sione dei suoi predecessori, fossero il magistrat devcnu nomine de lettres Pierre de la Gorce, o il grammairicn mué en publieiste Auguste Brachet. Come Stendhal, che egli ama, ha compreso l'Italia per avervi vissuto e quasi essersi fuso in essa. Solo così si capisce la sua affermazione essenziale: Lorsqu*on s'est bien persuado que l'I t alien moy en, mème sous de froides apparences, demeure un étre de passion, prompt à l'amour comme à la baine, et surtout à cette forme de li ai ne qu'inspirc l'amour dègù, tonte prète à redevenir de l'amour, on ne s'étonne plus de ces brusques rctourneraents qui déconccrtcnt toujours nos érudits et leur font prononcer si facilement les grands mots d tngratitude, d'hostilité, voire de trahison (p. 15). Su questa linea possiamo incon­trare il Carducciano noi che t'amammo, o Francia e il dannunziano o dolce Fran­cia, o unica sorella.
Lo sforzo di comprendere, di spiegare, di giustificare agli occhi del lettore francese là più recente vita italiana è tale, e compiuto con tale spirito di simpatia e con tale in­tento di obiettività, che anche i punti di dissenso da interpretazioni e correnti della nostra recente storiografia non dispiacciono e non urtano. Chi scrive si vanta allievo d'un Maestro, il Rosi, che non attese il fascismo per sostenere le origini settecentesche del Risorgimento, né aspettò il centenario del '48 per individuare una più ricca parteci­pazione popolare alla costruzione della nuova Italia; ma non per questo si sente di condannare la diversa, ma onesta concezione del Vaussard. Per il quale, del resto, l'idea che sia stato piccolo il numero di quelli che hanno preso parte attiva al movimento nazionale italiano s'accompagna ad altra altamente lusinghiera per l'Italia e per gli Italiani, quella della très haute valcur morale des meilleurs d'entro eux, supérieure sans dotile, dans l'ensemble, à celle des hommes puhlics de n'imporle quel atttre pays aux temps modernes (p. 9). Chi sa come freme l'anima di padre Rùderi negli eterni riposi...
Sulla base di una sicura documentazione statistica e di un accurato vaglio delle migliori fonti politicoeconomiche (non è facile trovare un libro francese dotato di cosi ampia bibliografia), il Vaussard, dopo una rapida delineazione dell'Italia del Risorgimento, in sette capitoli percorre le tappe della nostra storia dall'occupazione di Roma alla caduta della monarchia, per tracciare in un ottavo un rapido panorama del movimento delle idee nello stesso periodo.
Il cordiale apprezzamento degli uomini e delle cose d'Italia è costante, sia che paragoni i personaggi della Destra storica agli opportunisti e ai progressisti francesi deì-1*80, sia che ne esalti il mirabile disinteresse. Ma l'ammirazione per quei personaggi non gli fa perdere di vista il significato vero dell'avvento della Sinistra al potere, tout au plus une nuance dans Févcntail des tendances politiquc de l'epoque, né lo induce a pensare che revolution de Crispi du mazziniani e vera la monarchie possa essergli stata dettata par une ambition mesquine, che anzi affermerà poco dopo l'Italie crispinienne avait encore les réflexcs d'un organismo sain.
Uguale spirito di comprensione scorgiamo nella conclusione del cenno sulle origini del nazionalismo: vouloir nier l'importance du phéuomène lui-meme dans revolu­tion politiquc de l'Italie iterait fermer les yeux a l'évidencc (p. 87) e, più ancora, nel giudizio sull'atteggiamento francese nel noto incidente del Carthage e del Manovha, che compromise fino alla guerra europea Ics resultala d'une politiquc qui, des deux cótésj.était sincèjfe. Des deux cOtés... Fa piacere ai presunti Machiavelli italiani veder riconosciuto cosi apertamente le loro buone intenzioni e la loro sostanziale dirittura*
Molti di noi, reduci dalla prima guerra mondiale, hanno sofferto per il misconosci­mento alleato del nostro sforzo, del nostro contributo, dol nostro sacrificio. E dolorose polemiche d'allora hanno contribuito, purtroppo, ad accentuare incomprensioni, ad esasperare contrasti. Da questo punto di vista il libro del Vaussard costituisce per il lettore italiano una grata sorpresa Tutto il quarto capitolo (pp. 100-146) è pervaso
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