Rassegna storica del Risorgimento

ISRAELITI ; TRIESTE
anno <1951>   pagina <649>
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Gli ebrei di Trieste nel Risorgimento italiano 649
Nelle file repubblicane, un israelita) Angelo Usiglio, fu tra i fondatori della Giovino Italia, al fianco di Giuseppe Mazzini, il quale, negli ultimi anni della sua perseguita ta esistenza fu confortato dull'ailctto e dalla cordiale ospitalità della famiglia israelita Nathan-Rossclli, nella cui casa, a Pisa* egli esalò l'ultimo respiro. ')
Pure il conflitto tra la rivoluzione italiana e il papato prò e contro il liberalismo e sopra tutto per la soppressione o la conservazione del potere pontificio temporale può avere esercitato un'influenza sull'orientamento degl'israeliti, e ha contribuito sensibilmente all'agitazione anticlericale, cui non rimase estraneo l'elemento ebraico.
Di quel conflitto spirituale che turbava l'animo dei patrioti credenti e praticanti, cessato dopo la conciliazione tra la chiesa e lo stato, e in seguito all'entrata nella vita politica nazionale delle moltitudini rurali, maschili e femminili, non resta ora che il ricordo, oggetto di esame sereno degli studi storici.
ma dopo qualche mese fa dimesso per la diffidenza che suscitava nei commilitoni e nell'ufficialità un soldato nato a Vienna, il quale si professava tedesco.
A Milano compose e pubblicò un opuscolo intitolato Austria delenda, Germania liberando, per propugnare lo sfasciamento della monarchia asburghese e l'annessione della regione tedesca dell'Austria alla Germania, da proclamare repubblica. La prefa­zione fu scritta da Leonida Bissolati.
All'autore di queste pagine, che collaborò alla correzione delle bozze di stampa di quell'opuscolo, il Flesch, col quale aveva stretto un cordiale vincolo di amicizia, asse­riva con piena sicurezza che tutti i movimenti rivoluzionari nella storia del mondo furono sempre promossi da ebrei, ed esprimeva la convinzione senza riuscire a trasmet­terla nell'interlocutore che pure nelle vene di Mazzini doveva scorrere sangue ebrai­co, non potendo altrimenti spiegarsi il suo mirabile apostolato di rinnovamento e di progresso dell'umanità e il suo fervore e la tenacia di suscitatore instancabile di moti insurrezionali, non lasciandosi mai disanimare da nessun insuccesso, e persistendo nel­l'azione per il raggiungimento del fine propostosi.
In contrasto con la tradizione radicalmente antiaustriaca, informata alla conce­zione mazziniana, di cui furono fervidi propugnatori gli ebrei, specialmente di Trieste recentemente l'israelita Giovanni Kobn, che qualche giornale asserisce nato a Praga, ora professore di storia negli Stati Uniti d'America, ha pubblicato un volumetto di critica al principio mazziniano di nazionalità che attribuisce a ogni nazione una mis­sione particolare. U Kobn si rammarica che l'impero asburgico non sia stato trasfor­mato in una Svizzera monarchica, secondo la proposta suggerita da T. G. Masaryk alla vigilia della prima guerra mondiale. Vedi HANS KOHN, Profeti e popoli - Studi del Nazionalismo dell'Ottocento* Traduzione italiana, Torino, Taylor editore, 1949 (P-H3).
La tesi del Kohn è conforme al programma di Bruna dei socialisti austriaci, sostenuto da Angelo Vivante nel suo libro contro l'irredentismo, cioè contro l'aspira­zione del risorgimento italiano all'unità nazionale entro le frontiere geografiche e sto­riche dell'arco alpino dal Brennero al Quamaxo.
l) Secondo il Bedorida, Mazzini in gioventù non fu un filosemita, forse per in­fluenza materna o di F. D. Guerrazzi. Poi si ricredette, avvicinando ebrei in primo luogo Angelo Usiglio e meglio studiandone la morale e la religione cui moveva U solo rimprovero, ingiusto a giudizio del Bedorida di non trovarvi evidente il principio dell'immortalità dell'anima. E nel 1862, benediceva Iddìo che gli avevo mandato, a consolarlo di tanti dolori, l'amicizia dei Rosselli. Presago di un prossima morte, aveva voluto andar a chiudere gli occhi fra persone veramente oneste . La casa dei Rosselli, a Pisa, dove morì Mazzini, fu poi da loro donata alla nazione.