Rassegna storica del Risorgimento
ISRAELITI ; TRIESTE
anno
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1951
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pagina
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657
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Gli ebrei di Trieste nel Risorgimento italiano 657
Nella seconda guerra mondiale come già nella prima, gli ebrei di Trieste si augurarono, naturalmente in grande maggioranza, la disfatta dei tedeschi, loro persecutori, nei coi atroci campi di concentramento molti di essi perirono. Sicché} quasi tutti gli ebrei, compresi quelli ch'erano stati fino allora fascisti, si trovarono, per forza, associati, nella cospirazione e nell'azione, con quella parte degli antifascisti, che preferirono la sconfitta del proprio paese all'intolleranza della dittatura; condividendo il pensiero espresso dal filosofò del liberalismo, Benedetto Croce, quando andò incontro agl'invasori inglesi e americani, dicendo: e Messi nella dura necessità di scegliere fra la patria e la liberta, abbiamo scelto la libertà .
Conseguentemente, quanti poterono tra gli ebrei perseguitati, collaborarono, di regola salvo rare eccezioni nei comitati di liberazione nazionale e nella guerriglia partigiana. 1)
Eppure, vi furono anche dei patrioti d'origine ebraica uno dei quali l'avvocato Camillo Ara, ch'era stato il capo del partito liberale-nazionale di Trieste di così elevato patriottismo, si può dure sovrumano, da superare la più legittima reazione antisemita tedesca e da pensare esclusivamente all'avvenire del popolo italiano, preoccupandosi che fosse ad esso risparmiata la sciagura d'una sconfitta. E qualcuno d'essi resistette anche con le armi fino all'ultimo, animato dalla fede di Mazzini, che insegna sì ad amare intensamente la libertà, anche più della patria, ma ad amare sempre prima la patria e poi la libertà, sacrificando temporaneamente la libertà, se occorre, alla salvezza e all'unità della nazione.
Ma questi furono casi isolati.
Concludendo, il risveglio della coscienza nazionale ebraica, suscitato dalla risurrezióne dello stato indipendente d'Israele in Palestina; irrobustito dalle persecuzioni razziali; seguito alla scomparsa dell'antisemita Austria asburghese; simultaneo alla crescente influenza della potenza sovietica, {diffonditrice nel mondo di un'ideologia, cui diedero il maggiore impulso pensatori e uomini d'azione ebrei; e coincidente in Italia col passaggio dal liberalismo massonico e anticlericale (dopo la parentesi venticinquennale della dittatura fascista) alla prevalente democrazia cristiana, sia del potere governativo a Roma, sia dell'amministrazione comunale a Trieste; promosse e sviluppa nel mezzo del secolo ventesimo una situazione profondamente diversa da quella che appariva nel corso del secolo diciannovesimo, iniziatasi nel 1796 e giunta al suo culmine nel 1918; situazione nuova, ch'esercita un'azione spirituale sullo stato d'animo anche di alcuni discendenti da matrimoni misti, figli di padri ariani e di donne israelite, e quindi
J) Era nato a Trieste nel 1912 vivendo poi quasi sempre a Milano l'esponente del Fronte della gioventù nel 1944, Eugenio Curici, effettivo dirigente della cospirazione e dell'azione partigiana comunista nell'alta Italia contro le forze armate tedesche e quelle mussoliniane, fino al giorno in cui cadde, colpito a morte dai fascisti, che gli davano la caccia.
E a Trieste insegnava in una scuola media un altro intellettuale antifascista, Eugenio Colorai, vittima delle persecuzioni razziali, inviato a confino, dove concepì un movimento federalista europeo, e finì trucidato pure lui nel 1944, a Roma.
Con questi due è da menzionare anche l'israelita straniero Leone Ginzburg, nato a Odessa nel 1910, insegnante di lingua russa all'università di Torino, e fattosi poi editore* Entrato nel movimento Giustiziti a Libertà, compilò per qualche tempo il periodico clandestino L'Italia Liberai e morì di maltrattamenti in carcere a Roma, nel 1944. Egli fa riscontro agli ebrei stranieri venuti dorante la guerra del risorgi monto a combattere per l'Italia.