Rassegna storica del Risorgimento
ISTRUZIONE PUBBLICA
anno
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1951
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pagina
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667
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LA DIFESA DELLA LINGUA MATERNA NELL'INSEGNAMENTO, CONTESA DALL'AUSTRIA
L'niperatore Giuseppe II lasciò fama di liberale, ma senza meritarla. L'illuminismo, che si fonda sulla ragione contro la natura, non lo aiutò a temperare l'assolutismo, anzi lo spinse a forzare lo slato naturale delle cose, per fare dell'Austria ano stato unitario tedesco, anche dove non lo era e non lo poteva essere. Impiegò il liberalismo a sopprimere i conventi e le scuole annesse per troncare la tradizione cattolica, che è cresciuta sul suolo e con l'opera degli Italiani. Tollerò la lingua italiana nei libretti d'opera ed anche l'arte italiana nella musica; ma tentò di farla sparire dalla bocca dei suoi sudditi. Ordinò scuole elementari* soltanto tedesche, in tutti i suoi stati e curò la stampa dei libri, scolastici tedeschi per il Friuli, Trieste e l'Istria nella parte che gli era soggetta.
Trieste, che aveva già perduto il collegio italiano con la soppressione dell'or* dine dei Gesuiti (1773), rimase così anche senza il ginnasio italiano, che esisteva al tempo di quest'imperatore. I Triestini ebbero un sospiro di sollievo quando il governo di Napoleone istituì il Liceo italiano. Con quale fervore di speranze fosse accolto, possiamo leggere anche oggi nell'orazione inaugurale che vi tenne Giù* seppe de Lugnani il 26 novembre 1810. Fu peraltro una speranza spentasi presto perchè l'Austria, reintegrata nel dominio di Trieste dalle forze della coalizione antinapoleonica, riprese il principio di Giuseppe U l'imperatore che è ancora, per i tedeschi, il simbolo del predominio della loro lingua.
Col tempo qualche asprezza fu attenuata, ma il fondamento ne rimase sino a che l'Austria durò. Venne fondata è vero, nel 1817 la così detta Accademia di commercio e di nautica , cioè un istituto di commerciò e uno di nautica uniti insieme con un comune corso preparatorio. Ma era questa una scuola professionale, che di necessità doveva farsi nella lingua della popolazione: ed è una prova di come l'Austria stessa riconoscesse che in Trieste il commercio e la navigazione (cioè la vita economica e civile) fossero italiani.
Ma la scuola elementare di stato, sino al 1850, fu soltanto tedesca; e se il Comune volle avere una scuola di cultura nella lingua materna dei propri abitanti, dovette farsela con i propri mezzi. Soltanto dopo che l'Austria, battuta a Solferino e San Martino, fu costretta di concedere alla città un proprio Consiglio comunale, questo provvide sollecitamente ai bisogni culturali della popolazione con il Ginnasio-liceo, l'Istituto tecnico, la Biblioteca.
A caratterizzare le condizioni dell'istruzione pubblica in Trieste, nella prima metà dell'800, basterà considerare la carriera scolastica del padre di Attilio Hortis, l'ow. Arrigo, che fu campione di italianità nel 1848 e poi. Ricevette l'istruzione elementare da un maestro privato, dei quali la città numerava allora parecchi e benemeriti della cultura italiana, perchè i cittadini rifuggivano, ove ne avessero avuti i mezzi, per i loro figli, dalle scuole statali tedesche. (Domenico Rossetti fu mandato dal padre a Prato perchè ricevesse l'istruzione nel collegio Cicognini). Al fine di ottenere un titolo legale per l*anunis8Ìone al grado superiore il fanciullo dovette sostenere l'esame assolutorio presso la scuola elementare tedesca. Sopra alla scuola elementare, a Trieste non esisteva altro istituto scolastico; e per compiere il corso di grammatica (cioè all'i ncircn il ginnasio d'oggi) dovette recarsi a Gorizia, dove esisteva un ginnasio ma tedesco e per completarlo, con quello