Rassegna storica del Risorgimento

ISTRUZIONE PUBBLICA
anno <1951>   pagina <668>
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Aldo Tassi ni
di umanità e di filosofia (cioè all'incirca col liceo) dovette frequentare l'ietituto tedesco anch'esso di Klagcnfurt. E finalmente, dopo questa camera di scuola media, fu anche costretto di iscriversi all'Università di Vienna che scambiò appena potè con quella di Padova che l'Austria cercava di inibire ai suoi sudditi dei così detti slati ereditari, tra i quali c'era anche Trieste.
Insomma, lo studio nella propria lingua materna doveva allora essere conqui­stato con una tenace volontà ed anche con l'agiatezza dei mezzi finanziari. Stando così le cose, non ci meravigticremo se Domenico Rossetti impiegò tutta la sua vita a battagliare, secondo i modi che erano allora ammessi in regime di asso­lutismo, per ottenere una scuola media italiana a Trieste.
Attilio Horiis ha pubblicato i documenti di questa instancabile opera del Rossetti, la quale rimase senza seguito presso il governo, che tuttavia trastullava i richiedenti con parole ambigue ed evasive; e proprio l'anno che il Rossetti morì (1842), trasportò da Capodistria in Trieste il ginnasio italiano già tenuto dai Barnabiti, ma trasformandone in tedesca la lingua d'insegnamento.
Spigolo dagli appunti del Rosselli:
Data: 11 agosto 1839 (si intrattiene con il Cons. aulico ecclesiastico Meschutar sull'istituzione del ginnasio italiano in Trieste): e Portai a poco a poco il discorso sulla lingua italiana che desideriamo stabilita in una delle scuole normali (cioè elementari) e nel nuovo ginnasio, accennando i motivi che per essa prevalgono, e particolarmente della esperienza che ci mostra i cattivi effetti di una istruzione bastarda italo-tedesai. Egli ne convenne, dichiarando di avere avuto la stessa spcrienza particolarmente nell'Istria, ove egli stesso promosse l'abolizione delie-scuole tedesche e mostrò che, qualora la domanda venga bene giustificata, e parti* colarmente secondata dal governo, non saranno molte le difficoltà che qui si incon­treranno, a vincere le quali egli stesso contribuirà.
Sono belle parole che non abbiamo ragione, di credere dette in mala fede, però con una buona dose di ingenuità o di ignoranza, giacché era proprio il governo che aveva stabilito, una volta per sempre, che le scuole di stato in Trieste dovessero essere soltanto tedesche. H Rossetti, comunque, mostrò di prenderle per buone, e continuò a patrocinare la causa del ginnasio italiano; e venne bensì a capo di far deliberare a voti unanimi dal Consiglio comunale (che aveva potere puramente consultivo) la domanda, nei termini allora usati di supplica , di un ginnasio e d'una scuola media elementare italiana, ma senza riuscire a smuovere per nulla il governo dalla sua ostinata posizione, e mori in tempo per non sen­tire il cruccio di vedere istituito a Trieste un ginnasio con lingua d'insegnamento tedesca (1842).
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Il Consiglio comunale così detto Ferdinandiano, con solo potere consultivo e di nomina governativa (com'era allora anche il capo del Comune), e che il Ros­setti aveva saputo trascinare ad un voto per la lìngua d'insegnamento italiana, cono sceva tuttavia molto bene l'antifona proibitiva del governo e, morto il Rossetti, non si fece più vivo.
Doveva scoppiare a Trieste, con tutte le illusioni e le speranze che tennero in non piccolo imbarazzo l'Austria, il Quarantotto perchè finalmente avessero modo di entrare nella Commissione provvisoria almeno alcuni legittimi e sinceri rappre­sentanti del popolo triestino: e subito si alzò la voce per la lingua materna nel-