Rassegna storica del Risorgimento
ISTRUZIONE PUBBLICA
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1951
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Aldo Tossirli
Non polendo bastonare l'asino (che sarebbe il ministro) l'oratore bastona la sella, cioè incolpa degli assurdi provvedimenti nel campo dell'istruzione italiana, gli informatori del ministro, ma sa benissimo che il non concedere scuole nella lingua materna, è norma fondamentale del governo, qualunque sia il Ministero e che anzi gli informatori > non fanno altro che ballare secondo la musica che viene dall'orchestra ministeriale.
Nella seduta consiliare del 18 febbraio 1862 ritorna in discussione la questione della lingua nelle scuole, e il cons. Bascggio legge mi rapporto, dal quale stralcio il brano seguente:
Allorché nella tornata del 22 aprile 1861 quest'Inclito Consiglio, esercitando le sue attribuzioni dì Dieta provinciale, votava a suffragi presso che unanimi il progetto di legge perchè all'aprirsi dell'anno scolastico ora in corso in tutte le scuole pubbliche così erariali che comunali di questa città venisse introdotta come lingua d'insegnameli lo la lingua italiana, la Municipale Rappresentanza, nell'intima convinzione di aver deliberato un provvedimento non pure consentaneo alla ragione ed alla legge; ma imperiosamente reclamato dai bisogni e desideri di questa popolazione al pari che da una lunga e triste esperienza, nutriva fiducia di cogliere, in argomento di tanto e sì vitale interesse, un primo frutto delle libertà costituzionali richiamate in vita dall'imperiale Diploma 20 ottobre 1860* mercè l'ottenimento dell'invocata sovrana approvazione.
Senonchc, a scemare codesta fiducia, comparve la nota risposta data li 26 luglio nel Consiglio dell'Impero da S. E. il Sig. Ministro di Stato ad un'interpellanza fatta in proposito dal benemerito nostro deputato dott. Perenta: risposta, che non pure lasciava intruwedere, ma dimostrava chiaramente come, rispetto all'i r. Ginnasio, il sig. Ministro fosse di avviso affatto contrario alla massima stabilita da quest'Inclito Consesso.
Ad impedire possibilmente ì perniciosi effetti dell'animo poco favorevole del sig. Ministro, ed a rettificare in parte alcune circostanze di fatto meno che esatte da cui esso partiva nella sua risposta, affrettavasi bensì l'Inclito Consiglio di innalzare a S. M. un rispettoso memoriale del mese di agosto invocando nuovamente l'alta sua sanzione al sottopostola progetto di legge sulla lingua d'insegnamento, ma purtroppo, malgrado gli argomenti ivi addotti a sostegno della legge, esso rimase, in quanto al Ginnasio, del tutto sterile di effetto.
Difatti con dispaccio 18 ottobre 1861 il sig. Ministro di Stato comunicava, che S. M. con sovrana Risoluzione dei 18 settembre aveva trovato, rispetto le scuole ginnasiali, di non sancire il sottopostola progetto di legge per l'introduzione della lingua italiana come lingua d'insegnamento .
Il cons. dott Carlo Nobile, nella seduta del 3 giugno 1862 diceva a proposito del piano per la istituzione di un ginnasio comunale italiano di otto classi:
Quando lo scorso anno non declinai l'onore di rientrare nella patria Rappresentanza, io mi proposi anzi tutto di concorrervi, per quanto fosse da me, alla ristorazione dei due vitali principi! che riassumono per noi le tradizioni del passalo e le speranze dell'avvenire: la nazionalità e Vautonomia di Trieste. Finché questi principi! non sian rimessi nella debita onoranza e posti fuori d'ogni possibile discussione, Trieste, a parer mio, non ha forza e non ha vita, e povera e sterile è Vopera del Consiglio. La questione che ora si agita riguarda capitalmente questi <t prìncipu. Già oltre un anno sedeva in quest'aula una Dieta, che poi non vi sedette più, compresa della santità dei naturali diritti assicurati ad ogni popolo