Rassegna storica del Risorgimento

TAZZOLI ENRICO ; MAZZINI GIUSEPPE
anno <1951>   pagina <678>
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678 Tullio Urangia Tozzoli
del mantovano eonte Antonio d'Arco.-) È, in entrambi, Mazzini e Tazznli quel senso profondo della solidarietà umana che quasi preclude l'organizzazione delle varie classi sociali, il movimento cosi caratteristico dei nostri tempi. Giacché in questo con­cetto sociale don Enrico Tazzoli ai mostra all'unisono col Mazzini sebbene permealo dirci quasi naturalmente, lui prete di un maggior spirito religioso ed evangelico. Come-5cn scrisse in questi giorni Luigi Salvatorelli: Mazzini come gli altri socialisti premarxisti è gradualista: egli è un umanitario idealista .
ha. fraternità delle classi sociali, infatti, è l'ideale di Mazzini e Tazzoli ma non la lotta di classe* Direi ancora di più: che* in entrambi, la divisione delle classi sociali viene superata della società nazionale a cui entrambi aspirano con tutta l'anima. L'associazio­nismo del Mazzini e del Tazzoli, mira all'attuazione spontanea della solidarietà umana nel riconoscimento dai reciproci bisogni. Domina, infatti, nel prete sociologo mantovano questo senso profondo di patriottismo italico e di solidarietà umana che potremmo riassumere in altrettanti capitoli della sua vita nei quali egli si innalza, nella sua mis­sione inesausta di carità, di amore, di fratellanza sociale sopra tutti i suoi collaboratori. Il suo apostolato si inizia, può dirsi, all'uscita, lui giovanissimo, dal Seminario manto­vano con una azione intensa e continuativa sino al sacrificio di Belfiore (7 dicembre 1852), cioè dall'alba al tramonto della sua vita come avvenne pel Mazzini.
Aggiungeremo che una larga arditissima critica coi relativi corrispondenti sugge­rimenti in rapporto ai pia vitali problemi economico-sociali della provincia di Mantova e delle classi lavoratrici in genere trovansi nella seconda Memoria che don Enrico Taz­zoli indirizzò al generale Barone Culoz, Governatore Militare di Mantova, nel novem­bre 1852, a poche settimane del suo supplizio.
TULLIO TJBANGIÀ TAZZOLI
1) Certo è bello e commendevole il meditare la soluzione del grande problema eco­nomico del secolo XIX: come distribuirei cioè, legittimamente, le ricchezze ai poveri, vale a dire a quasi tutta la famiglia umana. JWo è altresì bello e lodevole lo sciogliere praticamente ed in piccolo questo problema coi poveri che ci stanno dolorando intorno .
Un altro Mantovano, coetaneo al Tazzoli, il conte Giovanni Arrivabenc, emi­grato politico a Parigi e Londra, si era pure dedicato, con scienza e competenza, allo Studio dei problemi economico-sociali più gravi ed urgenti del tempo.