Rassegna storica del Risorgimento
1848 ; SILA
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1951
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680
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680
Guatavo Valente
La coltura,patrimonio di pochi spiriti inclini, non era piì, per coloro che l'avevano acquisita, un elemento o una ragione per esercì ture controllo poiché questo, giù sotto forma di guida ai era trasposto negli audaci. costoro aumentavano quotidianamente le cure per sollecitare gl'istinti vergini ed ansiosi di quelli che dovevano tramutare in loro docili proseliti, solleticando pur quel loro inconscio risentimento contro le condizioni di quelli che, sicuri della bontà e delle inadeguatezze dello tato generale in cui si viveva non si sentivano di affrettare i tempi e di tentar di colpo l'ignoto.
Così, metodicamente, costantemente, inesorabilmente quell'istinto primordiale negli spiriti labili di riversare su altri la colpa del proprio stato non adeguato ai desideri più che ai bisogni essenziali li strìngeva a premere contro gli abbienti col maldestro proposito di punirli del delitto di avere.
Non furono poche le ritirate né minori i pentimenti tra coloro che avevano scatenato quegl'istinti.
Ma tant'era: ad un nuovo principio si era dato il via, forse con fretta, certo con anticipo. E si noti, per ben ricordarlo: indipendentemente dal manifesto del Marx, ma piuttosto come riesumazione tardiva ed improvvisa delle teorie di quel Falca Calcedonio che nella Politica di Aristotile ne sostenne per primo una inficiata dall'impossibile presupposto di un'eguale considerazione dei beni da parte di chi li acquista, o li possiede e di chi li dilapida.
A testimonianza è prova la cronologia degli avvenimenti che turbarono la vita in Sila dall'aprile di quel 1848.
Perciò non ritengo di menomare gli spiriti che generosamente si batterono per un ideale nobilissimo di Patria e di Libertà rievocando le gesta di coloro che si misero al seguito di quelli, talvolta sopravanzandoli ed oscurando la loro opera, non spinti da idealità, ma eccitati soltanto da un calcolo allo sfogo di personali brame. H contributo della loro attività, pur spesa ad apparente vantaggio dell'idea motrice, e, soprattutto, l'obbligo mortificante e vivo quanto viva era sentita la necessità e la bellezza di lottare, non fece che i primi li richiamassero o smentissero per non smentire e diffamare l'idea già assai attaccata dai nemici palesi. Per cui oggi, superati dal tempo i vincoli delle necessità contingenti, collaudati dagli anni i risultati raggiunti dai patrioti, e potendo, quindi, serenamente passare all'esame del bilancio, si può sceverare, tu ir altro che nuocendo, il puro dal torbido. 11 quale appare riconfermato in quel movente politico che predica buoni fini, coprendo! i con altri nomi, ed intanto eccita a grassazioni e violenze sanguinanti, non giustificate affatto dai tempi rivoluzionari, perchè anche allora i puri e gli onesti se ne mantengono lontani, ritenendoli un intoppo al conseguimento di quei fini che son d i concordia da raggiungere aborrendo dal delitto, come prova reale ed unica di volontà di bene.
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Appena i marosi della novità, servita in demagogici piatti quale contorno della concessa costituzione, che nella mente d'alcuni purtroppo non pochi si rivestiva del significato che l'ignoranza conferisce al concetto di libertà, sommersero spumeggiando il lento e riguardoso trascorrere del tempo, gl'inavvertiti fin'allora appetiti delle masse improvvisamente si disfrenarono, rovesciandosi oltre ogni diga, ingoiando nel loro inquieto boato ogni misura che sempre era stata di regola ad un vivere tranquillo, monotono ma sicuro. I contadini dei casali di Cosenza, indotti quotidianamente dalla ristrettezza dell'ambiente a far paragoni e confronti con i rappresentanti della borghesia che vivevano una vita fervida di pensiero e di aneliti di generale prosperità,