Rassegna storica del Risorgimento
"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
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1951
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pagina
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716
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Libri e periodici
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI, India dell'Archivio storico, voi. II, La Legazione sarda in Vienna (1707-1859), a cura di ENZO PISCITELI,!. Roma, Tip. riu. del Ministero degli Esteri* 1950, in 8 pp. 135. S. p.; voi. Ili, Le legazioni Sardo a Parigi, Berna, PAja, Lisbona e Madrid, a cura di FRANCESCO BACINO* ib., 1951, in 8n, pp. 105. S. p.
Grazie alle solerti core del prof. Ruggero Moscati, l'Archivio storico del Ministero degli Esteri, in corso di radicale ordinamento e inventariato nelle materie dal 1860 al 1888, riuscirà agli studiosi una muderà di prezioso materiale anche per il periodo anteriore al '60, come testimonia, dopo l'indice (a cura dello stesso Moscati, ved. Rassegna, a. XXXV, p. 265) delle scritture della Segreteria di Stato per gli affari esteri del Regno di Sardegna, quest'altro, del pari diligentissimo, a cura di Enzo Piscitelli, che preannuncia la pubblicazione pure di quelli delle legazioni sarde nelle altre capitali. Molte carte, di cui dà notizia il Piscitelli, nelle copie o negli originali conservati a Torino furono studiate dal Bianchi e dagli storici sabaudi dell'800, più tardi dal Degli Alberti, dal Lemmi, dell'Averta, dal Segre, dal Morandi, dal Moscati* dal Nuzzo, dai Quazza, dal Tallone, dal Tabacco, dal Bulferetti, dal Valsecelo, e, appoggiandosi ai loro scritti integrati con accurate ricerche personali, nella limpida introduzione, il Piscitelli delinea le vicende dei rapporti diplomatici SavoiaAsburgo tenendo pure presenti i rapporti dei Savoia col Sacro romano impero e colle corti del Nord, dai tempi del Tu rinetti di Pricro alla rottura decennale occasionata, all'inizio del 1857, dalle corrispondenze dei giornali piemontesi sulla visita dell'Imperatore a Milano, cioè dal sorgere del bisecolare antagonismo fra i Savoia e gli Asburgo alla sua conclusione risorgimentale. Difatti, in circa 160 anni, salvo i periodi 17201731, 17431756,18211844, anche vigendo alleanze e persino nel corso di guerre combattute a fianco, le relazioni tra le due dinastie non furono mai intime, come, dopo il De Maistre, tutti gli storici hanno con sempre maggior rigore dimostrato: non solo quelli dell' 800 per ovvi motivi risorgimentali, ma pure quelli del '900, anche dopo la fine degli Asburgo come dinastia regnante. La coscienza della gravità dell'antagonismo, accentuatasi quando l'egemonia austriaca nella penisola subentrò a quella spagnola, s'accrebbe ancora a partire dal regno di Vittorio Amedeo HI, da quando, cioè, divennero ancor più evidenti nella bonaccia alcune costanti e alcune situazioni diplomatiche tipiche, destinate a rappresentare un caratteristico ruolo nelle vicende europee per più di un secolo e mezzo, sia nell'età della politica di equilibrio e del concerto europeo settecentesco ed ottocentesco sia in quella delle rivoluzioni nazionali e delle competizioni imperialistiche, sicché appare utile che i giovani, aspiranti storici o diplomatici, meditino su di esse, tanto più che appaiono sovente distratti da altre considerazioni, storicamente meno costruttive. Quelle costanti rimasero tali e quelle situazioni si riprodussero tipicamente anche quando alcuni organismi dinasticopatrimoniali seppero far leva sulle forze nazionali (in ciò la superiorità dei Savoia e degli Hohenzollern sugli Asburgo) e divennero stati fcudalborghesi, e finanche quando si sono trasformati negli stati unicamente borghesi di oggi. Le competizioni internazionali, ih quanto hanno <c poste determinate da lungo travaglio di secoli (le direttrici d'espansione, le aspirazioni storiche ecc.), in quanto usano i mezzi, monotoni anziché no, della realpolitik, sono le manifestazioni economiche degli aggregati statali. Un'ottima palestra di studio, dunque, anche per i seguaci di quello clic si dice materialismo storico , se ad essa molti oggi non ri accostassero colla mentalità giusnaturalistica ancora imperversante negli studi di diritto internazionale e discipline affini, o guasti dalle ideologie già proprie della realpolitik, le quali divennero, nelle manifestazioni di un recente passato, la negazione di ogni ideologia che non fosse falsa, perchè in ogni ideologia storicamente scrìa, accanto all'elemento pratico, deve esistere un contenuto teoretico criticamente accettabile, mentre la realpolitik è stata intesa come politica di potenza fine a se stessa a in finizione di entità immaginarie (p. cs. quelle razziali), paragonabile a un atto