Rassegna storica del Risorgimento

"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
anno <1951>   pagina <719>
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Libri e periodici
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ivo, appartengano al genere popolaresco, a quel genere cioè praticato quasi general­mente da artisti dotti, da artisti cioè che hanno appreso gli elementari principi tecnici (e una statistica dei compositori di questi inni e canti sarebbe indicativa), genere che trova le sue fondamentali caratteristiche nella facilità di comprensione (qualche volta nel semplicismo), nella orecchiabilità e in un carattere di contingenza nei suoi riferimenti. Un genere comunque che in particolari momenti come quelli del Risorgimento, per esempio, può assumere una particolare e importante funzione e utilità sociale. Ed è significativo come di questi inni e canti, col passare del tempo, rimangono quelli che più hanno colpito la fantasia popolare e direi quelli che sono più popolari che popolareschi (e la Marsigliese, per fare un esempio classico, si può dire popolare, proprio in quanto il suo autore, come è noto, in musica non era certo un dotto).
Così come erroneo sarebbe attribuire la poca vita di questi canti (poca vita d'ai tronde che colpisce anche quelle opere intenzionalmente scritte per Veternità) alle ragioni di attualità per le quali esse nacquero; e a questo proposito si rende necessaria una preci­sazione. L'attualità di un lavoro, sia esso inno o canto patriottico o opera in tre atti, non è dato unicamente dal soggetto di questo lavoro, dai versi o dalle parole, dalle situazioni sceniche, dai riferimenti di un libretto. Certo anche questi elementi concorrono aformare l'attualità di un lavoro, ma, perchè esso sia veramente tale, bisogna che attuale sia la sostanza musicale. Cosi le opere teatrali di Rossini e di Bellini, diOonizzetti o di "Verdi, è questo a proposito di quel capitolo sugli elementi patriottici del melodramma, erano attuali al di fuori anche di quelle situazioni sceniche, di quei passaggi che avevano un più chiaro riferimento ai fatti politici del tempo. E Io erano proprio in quanto i crea­tori di esse erano immersi profondamente nelle cose e negli avvenimenti del loro tempo. Se si aggiunge poi a questa attualità nell'ispirazione dei nostri maggiori musicisti del­l'Ottocento, il loro costume di vita privata, di cittadini che aderivano o almeno sim­patizzavano con i movimenti politici progressivi e che concretizzavano queste loro posizioni o con l'offerta di scudi cinquecento oltre due cavalli da treno propri alla patria da parte di Rossini, o nella elezione alla Camera di Giuseppe Verdi nel collegio elettorale di Borgo San Donnino, si avrà allora un'idea più precisa di quale possa essere stata la funzione sociale della musica e dei musicisti nel Risorgimento.
Questi i punti da sviluppare in un ulteriore lavoro sull'argomento, e, quanto al libro in questione, rimane come termine positivo l'indice, seppure parziale, di alcune cronache giornalistiche del tempo e della stampa di alcuni di questi canti ed inni patriottici. E come indicazione anche di un problema A chi lo ha scritto si deve dare atto di quel commiato nella nota di prefazione: adesso sotto a chi tocca .
Per l'appunto, per un lavoro, cioè, che è ancora da farsi. DDEGO CABPITEIXA
OTTO VOSSUER, Videa di Naiione dal Rousseau al Ranke, trad. italiana di Giovanna Federici Airoldi (Biblioteca storica Sansoni, 16); Firenze, Sansoni, 1949, in 8, pp. VHI-152. L. 500.
Distinguendo giustamente tra nazione culturale e nazione statale, l'A. studia la nazione culturale non nella sua storia politica ottocentesca, ma nell'idea e nel concetto che se ne ha tra i principali pensatori romantici e preromantici. In tal modo quella che può essere definita la coscienza e volontà di esser nozione viene fissata, nella storia del pensiero politico, dal Rousseau. Oltre il problema dell'Italia e della rivoluzione francese, il Vossler stadia: in vivaci medaglioni il Burke, il Jefferson, il Fichte, lo Humboldt, il Mazzini, lo Hegel il Ranke. Con Burke la personalità nazionale l'inscindibilità del cittadino con la sua costituzione; con Fichte e Humboldt si specifica la proble­matica tra libertà e idea di nazione; con Mazzini si arriva alla religione della nazione. Per l'A. l'idea nazionale si compio e consolida realmente con l'immoncntismo di Reg**. J i MASSIMO PETROCCHI