Rassegna storica del Risorgimento

"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
anno <1951>   pagina <722>
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Libri e periodici
razioni che, prendendo le mosse dall'int roduzione, ma sviluppandosi poi in un ampio capitolo conclusivo, ci rappresentano perspicuamente l'emergere lento e tormentato di una coscienza regionale, in quello stato veneto ohe non può, infondo, mai liberarsi dalla tenace tradizione cittadina. La soppressione delle dogane interne nel 1794, che è quasi un atto simbolico, in tal senso, ha luogo proprio nel momento della crisi conclu­siva del vecchio regime: quando poi Venezia stessa si democratizza, l'estrema atti­vità di governo della Municipalità provvisoria (a cui il Petrocchi dedica pagine assai dense e meditate) sembra riportarci paradossalmente, alle origini, alla situazione nu­ziale della città-stato. Ma in questo caso, non si tratto più di una posizione liberamente accettata, ma di una situazione imposta, tormentosa. La ribellione di alcune città della Terraferma, come Bergamo e Brescia ed il gioco ambiguo od incerto di altre Munici­palità democratiche, sul complicato sfondo della strategia, della politica spogliatrice del Bonaparte, completano il quadro assai fosco di quegli anni di agonia. Ad un tratto vediamo scaturire, fra tante ombre e fantasmi del passato l'ideale unitario: sia che si parli di annessione alla Cisalpina, secondo il desiderio espresso in alcune città della Terraferma, sia che si guardi al modello della grande nazione, che appare ancora come protettrice dei popoli liberi, una cosa è certa, ed è ravviarsi del vecchio mondo regionale e municipale verso la consapevolezza di nuovi problemi, e di responsabilità più ampie. ETTORE PASSEBIN
ALEXIS DE TOCQUEVILLE, Frammenti storici sulla rivoluzione francese; Napoli, HI. S. 1., 1943, in 16, pp. ioo. S. p.
Com'è noto, la grande opera del Tocqueville L'Ancien Regime et la Revolu­tion rimase incompleta: non abbiamo che la prima parte, uscita alla luce nel 1856-, e alcuni frammenti della seconda. Tre di essi, egregiamente tradotti da Luigi Russo, son raccolti in questo elegante volumetto: li precede una succinta, ma chiara introdu­zione del compianto Omodeo.
Particolarmente interessante è il terzo frammento {Rapporti tra il vecchio e il nuovo regime rivoluzionario), scritto per una rivista inglese e comparso nel 1836 nella London and Westminsier Review.
Doveva esser seguito da una seconda parte, destinata alla stessa rivista; ma o non fu scritta o non fu mai pubblicata. Non solo il frammento ci fa intrawedere la ge­nesi dclT Ancien Regime, ma, ancora, ci fa presagire quelli che sarebbero stati gli svi­luppi dell'opera se non fosse sorta la dittatura napoleonica ad imprimere al pensiero delTÀ. una venatura evidentemente pessimistica.
Nel frammento è messo ben in rilievo il concetto politico e sociale (concetto in quel tempo del tutto nuovo) che della libertà aveva il Tocqueville: una forza posi­tiva, di ordine morale, la quale può superare il moto istintivo della società verso il livellamento e la eguaglianza assoluta e avviare a mano a mano verso il trionfo della vera democrazia. Codesto gusto della libertà, a detta dell'A., i Francesi l'han sempre avuto: lidea che ciascun individuo e, per estensione, ciascun popolo, ha il diritto di dirigere i propri atti si era introdotta in Francia in tutti gli spiriti.e da lungo tempo: essa si definì sotto forma di opinione nelle classi colte, ai insinuò come una specie di istinto sin nel popolo. Ne risultò un impulso nuovo e più possente che finì per trasci­nare verso di essa lo stesso potere regale, il quale, sempre assoluto nella teoria, co­minciò a poco a poco a riconoscere tacitamente, nella sua condotta, essere il senti­mento pubblico la principale delle potenze. Ci si ingannerebbe pertanto stranamente (afferma il Tocqueville) se si credesse che dalla rivoluzione dell'89 sia uscito fuori un popolo francese interamente nuovo, e che esso abbia elevato un edificio di cui le basi non esistevano avanti. La rivoluzione ha coordinato e legalizzato gli effetti di una grande causa, piuttosto ohe essere essa stessa una causa. I Francesi avevano