Rassegna storica del Risorgimento

"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
anno <1951>   pagina <724>
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724 Libri e periodici
pubblica) e la tendenza, che era sempre prevalsa nella sua politica verso l'Italia, si manifestava sempre più nettamente. Costruire un arsenale ausiliario, fornire alcuni reggimenti, sia pure poco brillanti, ed assicurarne il mantenimento pur quando soggior­navano in Francia: questo il compito dell'Italia. Così il Tarle sintetizza le inten­zioni di Napoleone e il suo libro è la storia drammatica, su un piano politico-econo­mico, dei rapporti tra Italia e Francia all'inizio dell'Ottocento. Così la soppressione dei diritti sull'esportazione dei cereali italiani in Francia, se favor! i proprietari fon­diari, fu gravido di conseguenze per i consumatori italiani: considerata la diversa potenzialità economica, enorme fu la sperequazione tributaria tra Italia e Francia; inoltre gli industriali italiani non godevano di fronte ai francesi di nessuna protezione governativa (anche giovò loro l'abolizione delle corporazioni e l'introduzione dei codici civile e di commercio); la politica agraria in Italia fu soprattutto intesa quale deposito granario per ogni eventuale necessità francese; il blocco continentale fu deleterio per quasi tutta l'industria anche per quella della seta (l'industria della lana sembrò salvarsi).
L'opera di Tarle è un accurato e sensibile spaccato dell'Italia napoleonica; da un punto di vista di esclusiva storia economica nuoce al libro il non aver visto la vita economica in modo più dinamico, studiando i precedenti settecenteschi della potenzialità economica dell'Italia settentrionale. Ad un certo momento nota come, a proposito dell'industria della lana, disgraziatamente né i documenti qui studiati né quelli relativi al secolo XVII ci forniscono al riguardo elementi un po' precisi, mentre, per lo meno nell'Archivio dei Frarì, c'è un materiale notevolissimo a tal proposito. Ma comunque anche in questa visione, diciamo così, verticale della storia italiana entrano altri dati di fonti ottocentesche che in gran parte compensano la cosa: ad esem­pio, anche le fonti ottocentesche sfatano il mito di una repubblica di Venezia morta economicamente: difatti ò ricchissima l'eredità economica che il regno d'Italia riceve dai territori della Serenissima MASSIMO PETROCCHI
ADOLFO OMODEO, Aspetti del cattolicesimo della restaurazione; Torino, Einaudi, 1946, in 80, pp. XXIH-208. L. 240.
Questo volume raccoglie, a cura di Alessandro Galante Garrone, tre saggi del compianto Omodeo apparsi per la prima volta nella Critica del Croce del 1938-39; messi assieme su materiale in gran pare inedito, essi integrano i densi studi sul conte De Maistre e sulla cultura francese tra il 1814 e il 1830, che furono, purtroppo, l'ul­tima fatica del grande storico. Mirabile fatica, perchè in nessun'al tra sua opera, anche delle più note, egli die prova di cosi sicuro orientamento metodologico, di cosi vivida intuizione, di tanta originalità e ampiezza di vedute. Le sue ricerche, accanite e tenaci, hanno rivalutato e posto obbiettivamente nella sua debita luce un periodo breve, ma grandioso, di storia europea, ben poco dianzi considerato: l'età della restaurazione, la cui importanza non fu forse, nel complesso, inferiore a quella dell'illuminismo. Attraverso una lunga e sottile disanima della pleiade di scrittori, pubblicisti e pensa­tori di Francia di quel quinquennio egli intravvide che una nuova civiltà laica si apriva la via e trasformava l'Europa; ma la cultura che si rinnovava in quegli anni (e ciò egli dimostrò con abbondanza di valide prove) non era opera esclusiva di dotti ed eruditi, né era solo revisione dei presupposti dell'epoca dei lumi o astratta deduzione dei risultati del pensiero filosofico tedesco, ma sviluppo autonomo di una nuova coscienza, la opera nuova di fedi riformato o risorte che, diffondendo una volontà romantica d'azione, di civiltà, di progresso assegnava agli spiriti un compito da assolvere che permeò di HO, a mano a mano, il costume e la prussi politica. E all'edificazione della nuova civiltà liberale (e questo pure l'Omodeo dimostrò largamente e saldamente)' contribuirono le stesse correnti' reazionarie. Il pensiero del De Maistre, ad esempio