Rassegna storica del Risorgimento
"MARCHE (LE) NEL RISORGIMENTO"; GIORNALISMO
anno
<
1951
>
pagina
<
736
>
Libri e periodici
settentrionali del 1860 rievocata dal Romeo dimostra, attraverso una selezione a vantaggio dei grandi proprietari terrieri, un rifiuto, elle si risolve poi in ina assimila* zione su di un piano niente affatto capace di sviluppo autonomo e dell'ala democratica, e un rifiuto secco infine delle istanze popolari. In realtà il R. si rende conto che un ceto dirigente è un blocco che si forma dall'apporto di uno o più gruppi, di una o pia classi, ma inclina a considerare quel ceto e le classi in genere attraverso le semplici caratteristiche economiche ed ideologiche; e a fare dei blocchi omogenei di questo tipo le forze storiche che si scontrano per amalgamarsi o respingerei, come gli accade per esempio a proposito della cultura precaracdoliana per cosi dire che egli nettamente contrappone come tradizionalista a quella che si inizia con l'azione del Caracciolo, e quando definisce la vita economica dell'isola nella prima metà del secolo XIX come una struttura agraria feudale immota dalla metà del Settecento, sottovalutando gli elementi che sono intervenuti frattanto ad alterare quel carattere. Anche perche-questo finisce col riflettersi in un inevitabile sbiadirsi delle personalità, che a quel gruppo di dirigente, o a quel ceto, dirigente hanno dato il loro apporto e una certa impronta di direzione politica. E infine sarebbe stato desiderabile per appurare meglio i limiti della direzione polìtica di quel ceto dirigente in modo più circostanziato, mettersi un po' anche dal punto di vista degli altri ceti e classi, anche quelle subalterne, sulle quali, solo limitatamente ai contadini il Romeo nettamente ci dice la rapace opera di spoliazione che quel ceto dirigente ha compiuto.
Svolgere questi temi, portare queste osservazioni nell'esame concreto di taluni aspetti della storia siciliana, che sono appena toccati dal R., significa portare avanti il piano di maturazione sul quale questo libro si muove, col pregio così anche di porre problemi e stimoli, all'indagine; che è, crediamo, il segno più indicativo, oltre le qualità di sintesi, la ricchezza dei dati e la penetrazione e acutezza di giudizi in questo studio del Romeo, che ci si trova dinnanzi ad una delle più interessanti e fruttuose prove della più recente storiografia. SÀIVATOBE FRANCESCO ROMANO
LUIGI BULFERETTI, Socialismo Risorgimentale (Biblioteca di cultura moderna, 33); Torino, Einaudi, 1949, in 8, pp. 397. L. 1500.
Questi saggi (di cui alcuni già apparsi altrove e qui ripubblicati riveduti e altri del tutto inediti) sono degni di particolare menzione: condotti con solida preparazione metodologica e sorretti da un'indagine scrupolosa su fonti mai prima sfruttate e da un vasto apparato bibliografico, portano allo studio crìtico della primitiva formazione in Italia della coscienza sociale un contributo di prim'ordine. Troppo lungo sarebbe soffermarsi sui molti punti trattati dall'A. con sguardo acuto e con notevoli rilievi: mi accontenterò di far cenno delle linee essenziali della dotta raccolta che presenta, nell'insieme, una stretta unità d'indirizzo.
Tra la metà del '700 e la metà circa del secolo successivo in Italia la struttura fendale della società e il capitalismo feudale, che si era accentrato, sia pure instabilmente, nelle monarchie assolute di diritto divino, ricevettero il colpo di grazia da una nuova classe, che si può chiamare senz'altro borghese senza tema di cadere in equivoco, se si intende con tal nome non quello che intendono per solito molti economisti e sociologi, ma una collettività organizzata, economicamente meno emancipata di quelle di altri paesi europei, la quale appare dapprima in forme ibride quasi come incontro di elementi di varia provenienza, ma che ad un certo momento si colloca come un nuovo ceto privilegiato accanto ai ceti gin privilegiati e tende ad assorbirli sino a che diventa essa stessa classe egemonica. Nella lotta contro lo Stato patrimoniale o di polizia da noi la borghesia ebbe spesso alleati la nobiltà minore, per lo più meno consistente economicamente, e i cadetti, ohe diventavano, di fatto, borghesi con qualche privilegio; e talvolta anche i nobili illuminati che, riconoscendo impossibile an
736